Dopo MyPolis, nasce Ager Stabianus. Il progetto lanciato con coraggio dal quotidiano Metropolis, presentato ufficialmente a Sorrento il 30 aprile scorso, ha fatto da scintilla: non è stata un’iniziativa isolata, ma un manifesto di visione che è riuscito a rompere gli steccati del campanilismo e accendere nuove alleanze, contaminare esperienze, generare sinergie. Lo scopo di MyPolis era chiaro fin dall’inizio: costruire un nuovo racconto del territorio, chiamare a raccolta energie pubbliche e civiche, stimolare l’interconnessione tra comuni, istituzioni, imprenditori e cittadini. E i primi segnali sono arrivati subito.
Il 14 maggio, nella Reggia di Quisisana a Castellammare di Stabia, è stata presentata «Ager Stabianus»: una dichiarazione di intenti per lo sviluppo sostenibile, culturale ed economico del territorio, sottoscritta dal Parco Archeologico di Pompei (promotore e capofila del progetto), dalla Soprintendenza Abap per l’area metropolitana di Napoli, dall’Ente Parco Regionale dei Monti Lattari e dagli otto Comuni che ricadono nell’antico ager stabianus: Castellammare di Stabia, Gragnano, Santa Maria la Carità, Sant’Antonio Abate, Casola, Pimonte, Lettere e Agerola.
Perfetta espressione di questa immagine di Stabia, è l’affresco con scena di paesaggio stabiano, che rientra in esposizione dopo un intervento di restauro. L’affresco, rinvenuto da Libero D’Orsi nel quartiere termale di Villa San Marco, era stato genericamente interpretato come una scena di cantiere edile. In realtà si tratta della raffigurazione dell’ager stabiano – come interpretato da Maria Rispoli e Gabriel Zuchtriegel, nell’ambito di un saggio scientifico – nella sua estensione e con i suoi elementi peculiari: le acque sorgive, le ville suburbane ed extraurbane con i fondi agricoli, i vigneti, la viabilità e il commercio.
Proprio il Parco Archeologico di Pompei, come del resto Regione Campania e Città Metropolitana, aveva preso parte alla giornata inaugurale di MyPolis con un intervento si grande spessore culturale di Gabriel Zuchtriegel, che ha da sempre dimostrato grande interesse e disponibilità a ragionare su un modello integrato di valorizzazione. Ora quella visione si fa strada anche in chiave istituzionale e trova nuova linfa nel progetto Ager Stabianus, che in fondo nasce in continuità con quanto avviato da Metropolis. Le due iniziative, fortemente complementari, possono e devono camminare assieme. Stabiae, del resto, è da sempre molto più di un sito archeologico: è un “paesaggio culturale” nel senso più ampio del termine, dove natura, agricoltura, commercio e storia dialogano da secoli. L’ambizione oggi è quella di trasformare questo patrimonio materiale e immateriale in leva di sviluppo sostenibile, partendo dalla memoria per generare innovazione e opportunità.
Il Museo Archeologico di Stabia sarà uno dei fulcri attivi del progetto, chiamato a diventare laboratorio permanente di conoscenza, formazione e dialogo tra passato e futuro. Il coinvolgimento del Parco Archeologico di Pompei, con il suo ruolo guida, è garanzia di visione e progettualità. Ma il segnale più forte è un altro: il territorio risponde, si unisce, si riconosce in un’identità comune che non cancella le singole specificità, ma le mette in rete. Proprio come auspicato da MyPolis. L’obiettivo, ora, è alimentare questo spirito e renderlo permanente: costruire un sistema di relazioni che superi una volta per tutte le logiche frammentarie del passato, e che sappia generare nuova cittadinanza, nuove economie, nuovi strumenti di narrazione. Le luci accese da MyPolis stanno già illuminando nuove strade. E Ager Stabianus è la prova che questo contagio virtuoso è appena iniziato.