Il bilancio votato dall’amministrazione di San Giuseppe Vesuviano era legittimo, il Consiglio di Stato dà ragione al Comune
Il bilancio consolidato votato dall’amministrazione comunale di San Giuseppe Vesuviano a maggio scorso era legittimo. Dopo il provvedimento del Tar Campania arrivato nella rovente estate appena trascorsa, anche il Consiglio di Stato «conferma » il corretto operato della squadra di governo locale in merito all’iter che ha portato alla discussione in aula prima e poi all’approvazione del Rendiconto di gestione per l’anno 2024.Non passa, dunque, il ricorso presentato da quattro consiglieri della minoranza – Vincenzo Sangiovanni, Luigi Moccia, Lorenzo Archetti e Francesco Massa – che avevano duramente contestato l’atto, arrivato all’attenzione dei politici – secondo quanto sostenevano – non seguendo le tempistiche previste dal regolamento.Per il sindaco Michele Sepe il pronunciamento dei giudici del Consiglio di Stato rappresenta una garanzia di quanto correttamente sta agendo la sua amministrazione: «Ancora una volta viene dimostrato, in maniera inequivocabile, che l’operato dell’Amministrazione che ho l’onore di guidare è corretto, integerrimo e orientato al pieno rispetto della legge e delle procedure. Abbiamo sempre lavorato e continueremo a lavorare esclusivamente per il bene della comunità, nella massima trasparenza e legalità». Anche l’assessore con delega al bilancio, Vincenzo Ambrosio, rivendica la legittimità del bilancio consolidato. «Non solo il documento approvato era corretto dal punto di vista sostanziale, ma – come conferma ancora una volta il Consiglio di Stato – lo era anche sotto il profilo formale. La vicenda dimostra come i tentativi di ostacolare l’Amministrazione non abbiano alcun fondamento, mentre resta la realtà di un’azione amministrativa solida e rispettosa delle regole », dice.
Archiviata l’approvazione del documento economico- finanziario, per la squadra di governo locale il ricorso presentato dai quattro consiglieri – che appartengono a una parte della minoranza – fa parte di una «strategia di ostruzionismo politico».«Un atteggiamento che non ha nulla a che vedere con la tutela dell’interesse collettivo, ma che mira unicamente a rallentare e ingolfare la macchina amministrativa, con il solo risultato di gravare la collettività di ulteriori spese legali per alcune migliaia di euro», fanno sapere dal municipio. E Sepe attacca: «Avremmo preferito che l’opposizione scegliesse di confrontarsi nel merito dei problemi, contribuendo con proposte e soluzioni concrete per migliorare il nostro paese. Invece, si è scelta la strada degli escamotage giuridici, che non producono alcun beneficio. Con i soldi spesi per difendere l’Ente in un giudizio che era stato già ampiamente chiarito in Consiglio comunale, si sarebbe potuta realizzare un’opera utile ai bambini e alle bambine di San Giuseppe Vesuviano. Noi difendiamo l’Ente, gli altri sono ancorati a vecchie logiche politiche e battaglie di potere».

