Mazzata sulla pasta italiana negli Usa: i dazi di Trump sono al 107%
“Un dazio del 107% sulla pasta italiana negli Stati Uniti sarebbe un colpo mortale non solo per il Made in Italy, ma anche per l’intera filiera cerealicola campana, che da sempre contribuisce alla qualità e alla reputazione della nostra pasta nel mondo”, dichiara Carmine Fusco, Commissario regionale della CIA Agricoltori Italiani Campania. L’introduzione di una tariffa doganale di questa portata porterebbe al raddoppio del prezzo di un piatto di pasta per le famiglie americane, con effetti devastanti sull’export ed un inevitabile vantaggio per i prodotti “Italian sounding”, cioè falsi alimenti di imitazione che sfruttano nomi e simboli italiani.
Nel 2024, l’export di pasta verso gli Stati Uniti ha raggiunto un valore di 805 milioni di euro rappresentando il mercato più importante fuori dell’U.E.: un mercato strategico che rischia di essere azzerato, cancellando anni di crescita, investimenti e lavoro lungo tutta la filiera .”Parliamo di una misura protezionistica inaccettabile”, aggiunge Fusco, “che rischia di colpire duramente anche i nostri produttori di grano duro in Campania, da Benevento al Fortore, fino alle aree interne dell’Irpinia e del Cilento, dove la cerealicoltura di qualità rappresenta un presidio economico e ambientale fondamentale. La nostra regione è tra le prime in Italia per produzione di grano duro, con oltre100.000 ettari coltivati ed una forte presenza di imprese che conferiscono ai principali pastifici nazionali e campani. Solo nella nostra Regione si contano 406 Pastifici tra industriali ed artigianali. Una crisi dell’export si tradurrebbe in un duro colpo per migliaia di famiglie agricole e per un comparto già alle prese con rincari dei costi e instabilità dei prezzi”.
Secondo quello che si sta apprendendo negli ultimi giorni, i nuovi dazi potrebbero entrare in vigore dal 1° gennaio 2026,lasciando dunque ancora margini di trattativa tra Unione Europea e Stati Uniti. “È fondamentale”, sottolinea Fusco, “utilizzare questi mesi per negoziare una misura più equilibrata e ragionevole, che non penalizzi le nostre imprese e salvaguardi un prodotto simbolo della tradizione italiana”. La CIA Agricoltori Italiani Campania si augura che il Governo italiano e l’Unione Europea intervengano con urgenza, attraverso un’azione diplomatica e commerciale decisa, per tutelare l’intero comparto agroalimentare italiano e difendere un prodotto simbolo della nostra identità. ”È necessario che i Ministri competenti, insieme all’ICE e alle istituzioni europee, agiscano rapidamente”, conclude Fusco “ per difendere una filiera che vale miliardi di euro, garantisce lavoro, qualità e identità al nostro Paese. La pasta italiana non si tocca: è un patrimonio nazionale e va difeso in ogni sede. Anche la Campania deve far sentire la sua voce, perché difendere la pasta significa difendere i nostri campi, i nostri agricoltori e la nostra storia”.
Serve una risposta “forte e coordinata”: l’UE deve svolgere un’azione diplomatica con Washington e in sede WTO, occorrono “fondi straordinari per sostenere le piccole e medie imprese colpite”, bisogna attivare una cabina di regia nazionale “in cui Confindustria, Casartigiani e Confartigianato tutori del comparto, potranno dare il proprio contributo, è necessario prevedere sostegni specifici per la filiera campana, cuore pulsante della pasta italiana”. Sono le proposte di Fabrizio Luongo, segretario Casartigiani Napoli, rispetto al “nuovo ‘super dazio’ del 107% annunciato dall’amministrazione Trump a partire dal primo gennaio 2026 sulla pasta italiana”. Secondo il dirigente sindacale si tratta “di un colpo durissimo per una delle filiere simbolo del nostro Paese; difendere la nostra pasta significa difendere il lavoro, la cultura e l’identità dell’Italia nel mondo”. E aggiunge: “Gragnano, Napoli e la Campania non si arrendono davanti ai dazi. La nostra qualità non ha confini, né barriere doganali”. Luongo parla di misura “ingiustificata e protezionista” che rischia di mettere in ginocchio centinaia di imprese e migliaia di lavoratori. Afferma Luongo: “Gli Stati Uniti accusano alcune aziende italiane di dumping, ovvero vendite sotto costo. Una decisione che, partita da verifiche su alcuni marchi, è stata ingiustamente estesa a tutto il comparto”.
“Un’azione che ha più il sapore della politica commerciale aggressiva che della giustizia economica. L’impatto in Italia sarà molto duro e i suoi effetti si faranno sentire molto in Campania e a Napoli” sostiene Luongo. In Italia – secondo i dati forniti da Casartigiani – il settore della pasta conta oltre 120 pastifici industriali e più di 1.200 artigianali, con circa 10.000 addetti diretti e un valore export che supera i 4 miliardi di euro. Solo il mercato USA vale oltre 670 milioni di euro. In Campania, con Gragnano come capitale della pasta IGP, sono centinaia le imprese artigiane coinvolte, spesso piccole e familiari, “oggi in forte apprensione” evidenzia il segretario di Casartigiani Napoli. Il capoluogo campano e il suo hinterland “rappresentano un ecosistema produttivo, logistico e commerciale che rischia ricadute gravi sull’occupazione e sull’immagine del nostro territorio”. Mette in evidenzia Fabrizio Luongo: “Negli USA la pasta italiana diventerà un bene di lusso: i ristoranti e gli hotel di fascia alta potranno forse assorbire l’aumento, ma per il consumatore medio il prezzo raddoppierà e il mercato rischia di crollare. Un’occasione d’oro per le imitazioni ‘Italian sounding’, che non hanno nulla di italiano se non il nome, che va quindi ancor più tutelato in risposta a questo attacco al prodotto alimentare simbolo italiano negli USA”. A parere di Luongo “le nostre imprese devono reagire con intelligenza e coesione: diversificare i mercati, puntando su Asia, Canada e Medio Oriente; rafforzare i marchi premium e le certificazioni DOP/IGP; valutare alleanze e joint venture produttive in Paesi neutrali; investire nel digitale e nella vendita diretta. Regione e Camere di Commercio dovranno, insieme con il Governo, garantire misure ed azioni volte a ciò”.

