Firmato l’accordo tra Hamas e Israele, scambio di prigionieri: liberati 20 israeliani per 1900 palestinesi
Dopo quasi due anni di sanguinosa guerra, Israele e Hamas hanno raggiunto un accordo di pace sotto la direzione del presidente statunitense Donald Trump. L’intesa, firmato a Sharm El Sheikh, è stato mediato da Egitto, Quatar, Turchia e Stati Uniti. Dopo la morte violenta di decine di migliaia di vittime, le parti hanno accettato un accordo in tre fasi.
La prima fase prevede il cessate il fuoco temporaneo, lo scambio di 1900 prigionieri palestinesi e l’arrivo di aiuti umanitari urgenti a Gaza. In cambio Hamas rilascerà 48 ostaggi di cui 20 rimasti vivi e 28 deceduti. La seconda fase porterà al rilascio degli ostaggi rimanenti, al ritiro graduale dell’esercito israeliano dalla Striscia d Gaza e a un passo avanti verso un cessate il fuoco più duraturo. La terza fase punta alla ricostruzione della Striscia di Gaza e ad una gestione civile più stabile, sotto monitoraggio internazionale.
Trump parla di “pace duratura“, ma la sfiducia reciproca delle parti, la pressione politica interna in Israele e l’incertezza sul ruolo futuro di Hamas rischiano di far rimanere questo accordo solo un passo temporaneo. Tuttavia, anche un cessate il fuoco parziale rappresenta oggi una speranza concreta per milioni di civili.
L’Italia sostiene la pace: «L’Italia è pronta a contribuire alla stabilizzazione, ricostruzione e sviluppo di Gaza», commenta la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Per la prima volta dopo mesi, si apre uno spiraglio per fermare il sangue, liberare prigionieri e avviare un percorso – difficile, ma necessario – verso una pace duratura.

