Bath Pro, il confine tra natura e gadget per il birdwatching
Il birdwatching è una di quelle passioni che, una volta scoperta, cambia il modo in cui si guarda il mondo. È l’arte lenta dell’osservazione, la capacità di fermarsi e di ascoltare. Che si tratti di un parco pubblico o di un giardino privato, il richiamo di un merlo o la silhouette di una cinciallegra sulla ringhiera sono segni di una natura fragile ma accessibile. Negli ultimi anni anche questo territorio tradizionalmente analogico è stato invaso dall’innovazione digitale: videocamere, sensori, app di riconoscimento. In questo scenario si inserisce il Bath Pro di Birdfy, un dispositivo che trasforma un semplice abbeveratoio da giardino in un ecosistema digitale dove natura e tecnologia si incontrano.
Birdfy, azienda nota per le sue smart feeder, parla di “birdwatching intelligente”, di IA che riconosce le specie, di cloud, di dati condivisi. In altre parole, una piccola rivoluzione nella relazione con gli uccelli che visitano i nostri spazi verdi.
Abbiamo provato il modello della Bath Pro con supporto, quello che permette di sollevare il dispositivo da terra senza necessità di accessori aggiuntivi. Il prezzo, al momento, si attesta nel sito del produttore a 308,99 euro, non poco per un gadget da giardino.

Appena estratto dalla confezione, il Bath Pro colpisce per il design pulito e moderno. La vasca, dal diametro di circa 41 cm e profondità di 4,2 cm, è ampia ma non ingombrante. Il materiale di costruzione principale è ABS misto a metallo, con una percentuale di plastica riciclata che sottolinea l’attenzione anche alla sostenibilità. I colori disponibili (azzurro chiaro o bianco sporco) si fondono bene con l’ambiente naturale, senza risultare troppo artificiali.
Il supporto incluso — un’asta metallica alta poco più di 45 cm — garantisce stabilità e permette di sollevare la vasca da terra fino a 76,5 cm, proteggendola da schizzi di fango e insetti.

Il cuore tecnologico è la camera a doppia lente: una grandangolare da 2 MP a 1080P che riprende la scena complessiva e una “portrait” da 3 MP che si concentra sui soggetti più vicini, regalando immagini in 2K. Il risultato, nei nostri test, è di buona qualità: dettagli nitidi, colori fedeli, un’ottima gestione della luce anche in giornate nuvolose. La fotocamera è racchiusa in una scocca compatta, protetta da una guarnizione IP66 che la rende impermeabile alla pioggia e agli schizzi provenienti dalla fontana. Il trattamento idrofobico della lente evita che le gocce d’acqua distorcano l’immagine — una soluzione semplice ma efficace.
Il sistema è alimentato da una batteria integrata da 9.000 mAh e da un pannello solare che, in condizioni di luce ottimali, garantisce autonomia praticamente continua. Durante le nostre due settimane di prova, anche con giornate parzialmente nuvolose, la carica non è mai scesa sotto il 50%. Il fatto di poterlo installare senza cavi o prese di corrente è un punto a favore enorme: l’esperienza resta pulita, esteticamente ordinata e coerente con l’idea di “natura senza fili”.

Il montaggio è intuitivo: bastano pochi minuti per assemblare la base, fissare la vasca e avvitare la fontana solare al centro. Il collegamento con l’app Birdfy — disponibile per Android e iOS — richiede una rete Wi-Fi a 2.4 GHz, scelta obbligata per la maggiore stabilità all’aperto. In pochi passaggi si aggiunge il dispositivo, si assegna un nome (noi abbiamo optato per “Vesuvio’s birdwatching”) e inizia lo streaming in diretta.

La sensazione è di avere una piccola finestra digitale sulla natura. L’interfaccia dell’app è ben realizzata: si può scegliere tra visione grandangolare e ravvicinata, scattare foto, registrare video, salvare clip nel cloud o sul dispositivo. La versione base include cloud gratuito con archiviazione dei filmati per 30 giorni, mentre i piani a pagamento estendono il periodo o aggiungono funzioni di riconoscimento avanzato.

Interessante la possibilità di condividere l’accesso con familiari o amici: fino a venti account possono osservare gli stessi contenuti, creando una piccola comunità privata di birdwatcher digitali.

Uno degli elementi distintivi del Bath Pro è la fontana integrata. L’acqua non è solo un elemento ornamentale ma una calamita per gli uccelli. Il movimento continuo impedisce la formazione di alghe e mantiene l’acqua pulita grazie anche ai filtri inclusi. La fontana è dotata di cinque ugelli intercambiabili che creano affascinanti effetti d’acqua.

Durante le nostre prove, la fontana ha funzionato regolarmente finché esposta a luce diretta; in ombra o con cielo coperto tende però a indebolirsi. La pompa non dispone, infatti, di una batteria interna, quindi l’alimentazione è completamente dipendente dal pannello solare.
Abbiamo riscontrato anche una certa perdita d’acqua dovuta alla pressione del getto, che in alcuni casi spinge l’acqua oltre il bordo. Nulla di grave, ma è necessario rabboccare ogni due o tre giorni, specialmente in estate. L’azienda consiglia di mantenere un livello costante per evitare il blocco della pompa, che richiede una certa quantità minima d’acqua per funzionare correttamente. Il consiglio pratico è di posizionare il Bath Pro in un punto facilmente raggiungibile, per poterlo riempire e pulire senza difficoltà.
Dal punto di vista della manutenzione, il Bath Pro si comporta bene. Il materiale della vasca è robusto e facile da pulire. L’acqua va cambiata ogni due o tre giorni per evitare l’accumulo di residui o zanzare, ma il processo è semplice: si sgancia la vasca, si svuota, si sciacqua e si riempie di nuovo. La resistenza agli agenti atmosferici è convincente: pioggia, vento e polvere non sembrano creare problemi. L’azienda dichiara un funzionamento ottimale per la cam tra -10 °C e +50 °C.
La parte più interessante, ovviamente, è l’incontro con gli ospiti alati. Nei primi giorni di test non è successo nulla: il dispositivo era ignorato dai pennuti abituali del giardino. Solo dopo aver aggiunto qualche piccola pietra nella vasca, utile per indicare un appoggio sicuro e per spezzare il riflesso dell’acqua, abbiamo cominciato a notare i primi visitatori. In una settimana si sono presentati un merlo, alcune cinciallegre e un pettirosso, tutti immortalati in diretta dalla camera del Bath Pro.

Quando un uccello entra nel campo visivo, il sensore di movimento attiva la registrazione automatica e l’app invia una notifica immediata. In certi momenti le notifiche diventano troppe: bastano le foglie mosse dal vento per far scattare l’allarme. È un aspetto migliorabile: una regolazione della sensibilità, magari con un filtro software, renderebbe l’esperienza più piacevole. Tuttavia, quando funziona bene, è entusiasmante ricevere un avviso e aprire l’app per vedere un cardellino che si rinfresca nella vasca.
La qualità delle immagini è sorprendente. La lente principale offre una visione ampia e morbida, ideale per catturare il contesto; quella “portrait” entra in azione automaticamente per ingrandire il soggetto e registrare dettagli precisi. Le clip 2K sono fluide, e i colori vividi senza artificiosità. Persino il suono dell’acqua — registrato dal microfono integrato — restituisce un senso di calma e immersione che va oltre il semplice video.

Il Bath Pro include un sistema di riconoscimento automatico delle specie. È una funzione affascinante: l’IA analizza i filmati, individua la sagoma e suggerisce il nome dell’uccello osservato. Nella maggior parte dei casi le identificazioni sono corrette ma non mancano gli errori. In particolare, quando la luce è forte o l’uccello è parzialmente bagnato, l’algoritmo tende a confondere alcune specie. Si tratta comunque di un valore aggiunto per chi ama catalogare le visite e costruire un piccolo diario digitale del proprio giardino.
Ogni giorno l’app genera un riepilogo automatico, con conteggio delle visite, specie più comuni e “migliori momenti”. A fine mese arriva anche un mini-report che confronta la propria attività con quella della community Birdfy globale. È un tocco divertente e social, che però non snatura l’esperienza individuale: resta la possibilità di disattivare tutto e usare il Bath Pro solo come camera privata.
Durante le settimane di test ci siamo resi conto che il Bath Pro non è solo un dispositivo: è un piccolo ecosistema che cambia il modo di vivere e percepire il giardino. Ci ha spinto a osservare di più, a curare meglio gli spazi verdi, a capire cosa attira o allontana gli uccelli. In questo senso, la tecnologia diventa alleata dell’attenzione, non sostituto. Vedere in diretta un passero che si bagna, o ricevere una notifica con il video di un pettirosso all’alba, ha un fascino difficile da tradurre in dati tecnici.
Certo, resta un oggetto ibrido: metà strumento naturalistico, metà gadget connesso. Chi cerca il contatto autentico con la natura potrebbe trovarlo “invadente”; chi ama invece la precisione dei dati e la condivisione online lo considererà un passo avanti entusiasmante. Noi ci poniamo nel mezzo: affascinati dalla capacità del dispositivo di restituire immagini ravvicinate e di documentare momenti che altrimenti ci sarebbero sfuggiti, ma anche consapevoli che la magia del birdwatching non potrà mai ridursi a un flusso di notifiche.
Bath Pro è un ponte tra due mondi: quello del birdwatching tradizionale, fatto di silenzi e attese, e quello del gadget intelligente, dove la natura si trasforma in un flusso di dati e immagini. Non sostituisce l’occhio umano, ma lo potenzia. E se da un lato introduce una componente di controllo e registrazione, dall’altro invita a osservare, a fermarsi, a riscoprire la bellezza di un giardino abitato.
Gennaro Annunziata

