Bartolo Longo Santo, la festa nel Santuario. Il Vescovo: “Il suo esempio ci guidi”
«Bartolo Longo è santo!». Con queste parole, intrise di gioia e gratitudine, l’arcivescovo di Pompei Monsignor Tommaso Caputo ha salutato la canonizzazione del fondatore del Santuario, al termine della Messa di ringraziamento celebrata nella Basilica mariana. «Ci sono giorni e occasioni nei quali davvero le parole non bastano, né, d’altra parte, esistono vocaboli adatti a esprimere tutta l’incontenibile felicità che ricolma il cuore di ognuno di noi. Egli, dal Paradiso, ci guarda e ci benedice. Siamo suoi figli e vuole che tutti noi, un giorno, possiamo fare festa con lui al cospetto della visione beatifica del Padre e tra le braccia amorevoli della Madonna». Il vescovo ha ricordato l’umanità profonda del nuovo santo e il suo amore instancabile per i poveri e gli ultimi. «Nell’omelia, Papa Leone XIV ci ha parlato di Bartolo Longo e degli altri sei nuovi santi come uomini e donne di preghiera e di fede. Imitiamoli! Non dimentichiamo mai di pregare. Senza la preghiera Bartolo Longo non avrebbe mai potuto costruire il Santuario, aprire le Opere di carità, fondare una nuova Città dov’era solo una Valle sconsolata». Pompei, che oggi lo celebra con la gioia di una madre fiera del proprio figlio, fu per lui la casa del cuore, il luogo in cui trasformò la fede in carità operosa. Lo stesso arcivescovo, con commozione visibile, ha richiamato le parole pronunciate dal Papa durante l’Angelus: «Leone XIV ha parlato della giornata di oggi come di una “festa della santità”. Migliaia di pellegrini sono partiti da Pompei e da altre località per gioire con San Bartolo, che dal Cielo ci guarda e ci benedice. Ci vuole tutti santi!». Parole che hanno emozionato i fedeli, molti dei quali si sono commossi nel sentir pronunciare “San Bartolo” a voce alta per la prima volta. Una formula che non appartiene più solo alla devozione popolare, ma che da oggi è patrimonio ufficiale della Chiesa, come sancito a suggello della cerimonia di canonizzazione del fondatore della nuova Pompei. L’arcivescovo Caputo ha concluso con un invito alla comunità: custodire e trasmettere l’eredità di Bartolo Longo, rimanendo saldi nella preghiera e nella carità. «È con il Rosario in mano che ha trasformato Pompei. È con il Rosario in mano che anche noi possiamo continuare la sua opera».


