Elezioni, body shaming in diretta radio alla candidata di Avs. Andreozzi: «Vergognoso»
Napoli. “Quello che è successo stamattina a Souzan Fatayer è vergognoso. In diretta radio, Paolo Mieli, un uomo con un immenso potere mediatico, utilizzato in questi mesi per propagandare le tesi del governo di Tel Aviv e negare il genocidio, ha pensato di poterla insultare parlando del suo corpo. Non delle sue idee, non del suo impegno politico, ma del suo corpo. È sessismo, è razzismo, è violenza verbale. Questo Paese ha un problema enorme con le donne, con i corpi, con chi non si piega”. Lo scrive su Facebook il consigliere comunale di Napoli Rosario Andreozzi (Avs).
“Souzan Fatayer viene colpita – prosegue – perché è libera, perché è palestinese, perché è una voce che non si lascia zittire. Chi la insulta lo fa perché la teme. Chi tocca una donna per il suo corpo, chi usa razzismo e sessismo come arma politica, è parte del marcio di questo Paese. Non serve dialogo con chi disprezza la dignità delle persone. A Souzan tutta la mia solidarietà”.
LA CGIL
La segreteria Cgil Napoli e Campania, in una nota, esprime “dura condanna per le affermazioni rilasciate dal giornalista Paolo Mieli nel corso della rassegna stampa odierna su Radio24 nel corso della quale ha etichettato la docente Souzan Fatayer come una ‘palestinese in leggero sovrappeso’ e ‘sostenitrice di Hamas'”.
“Le parole di Mieli, non nuovo ad affermazioni controverse sulla questione palestinese e sul genocidio in corso a Gaza, tutt’altro che terminato con il fragile cessate il fuoco firmato la scorsa settimana, sono . secondo la Cgil – l’ennesima prova di come nel nostro Paese alcuni giornalisti continuino a negare ciò che sta accadendo da due anni in Palestina e nei territori occupati. Negare il genocidio, negare la carestia, negare la morte di oltre 60mila civili, negare l’ingresso di aiuti umanitari e sanitari per sostenere la popolazione civile, stremata da un conflitto sanguinoso, non fa altro che rendere l’Italia complice di tutto ciò. Sconfinare poi sulle offese personali e utilizzando il bodyshaming per sostenere la tesi che i palestinesi non muoiano di fame è semplicemente inaccettabile e vergognoso”.
“Alla compagna Souzan – conclude la nota – esprimiamo tutta la nostra solidarietà e vicinanza, certi che queste offese non potranno che rafforzare il suo impegno e quello di tutta la comunità palestinese in Campania nella lotta per denunciare il genocidio messo perpetrato dallo Stato di Israele”.

