Alle donne vittima di violenza sei immobili confiscati
«In questo progetto si uniscono due valori importanti: la sottrazione alla criminalità organizzata e il recupero di questi beni per realizzare attività a favore di fasce fragili della popolazione. In questo modo, questi luoghi diventano simbolo di riscatto e di coesione sociale» ha espresso così soddisfazione il Commissario straordinario per il recupero e la rifunzionalizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata, Paola Spena, in occasione della sua visita stamattina a corso Sirena ad una delle strutture interessate dal progetto “E.V.A. EcoVillaggio dell’Accoglienza”. Voluto dal Comune di Napoli e sostenuto finanziariamente con risorse dello Stato, il progetto ha l’obiettivo di valorizzare sei beni confiscati alla criminalità organizzata trasformandoli in centri di assistenza, case di accoglienza e sedi di attività per l’avviamento al lavoro delle donne vittime di violenza. La struttura a corso Sirena è ancora in fase di completamento, ma nel futuro più prossimo diventerà una casa di accoglienza per donne fuoriuscite dalla violenza e per i loro figli minorenni. Il progetto prevede anche, in vico VI Duchesca, uno spazio che offrirà assistenza medica, legale e psicologica alle donne maltrattate, oltre a laboratori di formazione, avviamento al lavoro e attività culturali di supporto alla gestione psicologica del trauma. Infine, per favorire un supporto che non sia solo psicologico, uno degli immobili sarà occupato da un bistrot sociale che, insieme al giardino solidale a Pianura, costituiranno spazi pensati per favorire l’inserimento lavorativo delle donne accolte. «Il riutilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata rappresenta la conclusione di un percorso virtuoso che inizia con le indagini, prosegue con i sequestri e le confische, e si completa con la restituzione degli immobili alla collettività per finalità sociali di grande valore».

