Il volto di Poppea sui silos, un futuro sostenibile per il porto di Torre Annunziata
L’idea lanciata dal direttore di Metropolis di dipingere il volto di Poppea sui silos del porto di Torre Annunziata è insieme una provocazione intelligente e una visione simbolica potente. Disegnare Poppea sui silos significa ridare un volto – e un futuro – a una città di mare che da troppo tempo vive alle spalle del suo porto. Un’idea simbolica che richiama la necessità di una rigenerazione integrata: sociale, economica e culturale. È da qui che vogliamo partire, come organizzazione sindacale e come cittadini attivi. Condividiamo pienamente l’impegno del direttore Raffaele Schettino nel promuovere l’orgoglio oplontino e la conoscenza del nostro territorio. Ma oggi più che mai, questo orgoglio deve tradursi in azione concreta. Torre Annunziata, Castellammare di Stabia e l’intera area torrese-stabiese non possono più permettersi l’immobilismo. Il nostro futuro si gioca ora, sul crinale tra due scenari: quello dello sviluppo e quello dell’ennesima occasione perduta. Il Porto di Torre Annunziata è una delle chiavi di volta. È una risorsa fondamentale per l’economia locale, un potenziale motore occupazionale, un punto strategico per l’accesso al nostro patrimonio storico e paesaggistico. Insieme al rilancio del porto di Castellammare, deve diventare una priorità assoluta. Parliamo di oltre 30 milioni di euro già stanziati per interventi di riqualificazione funzionale, urbanistica e ambientale. L’obiettivo è ambizioso ma realizzabile: trasformare il porto in uno Smart Green Port, interconnesso con la rete logistica regionale, attrattivo per il traffico merci, per le crociere, per un turismo sostenibile e di qualità. L’intera area sta vivendo un momento irripetibile: una convergenza storica di risorse del Pnrr, di investimenti industriali privati e di progettualità pubblica. Pensiamo ai 32 milioni di euro investiti da Novartis per ampliare lo stabilimento farmaceutico di Torre Annunziata, o alla necessità – non più rinviabile – di garantire il rilancio pieno e duraturo del cantiere navale di Castellammare, presidio storico di industria, professionalità e lavoro. Anche i progetti di rigenerazione urbana già finanziati – come il Parco Urbano Costiero a Torre Annunziata, o il recupero del Centro Storico di Castellammare – devono partire subito. Così come deve trovare immediata attuazione il raddoppio della tratta ferroviaria Torre Annunziata-Castellammare-Gragnano, vitale per la mobilità metropolitana e per superare l’isolamento infrastrutturale del nostro territorio. Cultura, turismo e legalità devono essere pilastri della rinascita. Valorizzare il patrimonio archeologico di Oplonti, Pompei e l’area vesuviana non è solo una strategia turistica, ma una politica di sviluppo fondata su occupazione qualificata e identità territoriale. Abbiamo tutto: storia, paesaggio, bellezza. Manca solo la volontà politica di crederci davvero. Chiediamo con forza che i fondi pubblici, in particolare quelli del Pnrr, non restino intrappolati nei labirinti burocratici, né peggio ancora alimentino circuiti opachi di clientelismo o malaffare. Devono essere lo strumento per costruire trasparenza, competenza e lavoro stabile, specialmente per i giovani del territorio.Come sindacato non ci limitiamo a rivendicare: proponiamo e sollecitiamo una governance territoriale nuova, coraggiosa, capace di fare rete tra istituzioni, imprese, associazioni e forze sociali. Il tempo delle “annunciazioni elettorali” è finito. Oggi servono risultati tangibili, visibili, misurabili. Questa è l’ultima chiamata. Non c’è più tempo per esitazioni. È il momento di scegliere: o il rilancio, o il rimpianto.
Matteo Vitagliano
Sindacalista Salpi

