Minacce al sindaco di San Giuseppe Vesuviano, si scava negli atti di Sepe
Messe da parte le tensioni di questo inizio settimana, l’amministrazione San Giuseppe Vesuviano prova lentamente a ripartire. Il manifesto funebre trovato negli uffici comunali nel tardo pomeriggio di lunedì è stato sequestrato dalle forze dell’ordine che hanno acceso un riflettore sulle intimidazioni al primo cittadino Michele Sepe. I militari dell’Arma che stanno seguendo il caso hanno avviato una serie di accertamenti, partendo in primis dalle questioni più importanti sul tavolo del primo cittadino. Una serie di controlli necessari per capire se le intimidazioni siano legate all’attività della fascia tricolore in carica da poco più di un anno, sostenuta da una coalizione composta da M5S e Pd. Dal futuro del Piano Urbanistico Comunale, uno dei grandi temi al centro dell’azione amministrativa ed ereditato dall’attuale squadra di governo, allo sblocco dei condoni che rappresenta una delle prime grandi rivoluzioni volute dall’attuale compagine alla guida del municipio di piazza Elena d’Aosta: al vaglio degli inquirenti tutti gli atti più importanti sulla scrivania di Sepe. Le forze dell’ordine hanno ascoltato anche alcuni dipendenti comunali, l’obiettivo è quello di capire chi possa essersi spinto tanto da lasciare il manifesto funebre di minacce addirittura all’interno della casa comunale.
Intanto il primo cittadino incassa ancora attestati di vicinanza. Anche ieri sono arrivati diversi messaggi di supporto dopo il raid intimidatorio: «Siamo vicini a Michele Sepe, sindaco di San Giuseppe Vesuviano, vittima di una lugubre minaccia e di un avvertimento contro il suo operato. Quanto avvenuto richiama scenari antichi ma quanto mai attuali, visti i recenti episodi occorsi ad altre prime cittadine ed altri primi cittadini della nostra Regione, nonché ai recenti fatti che hanno riguardato giornaliste e giornalisti», spiega don Tonino Palmese, presidente della Fondazione Pol.i.s. della Regione Campania. «Le intimidazioni non fermeranno le battaglie di legalità che, in una ottica condivisa, istituzioni, Terzo Settore, mondo dell’informazione, portano avanti per liberare l’Italia dalle piaghe del malaffare, delle mafie e dei fenomeni violenti e di prevaricazione», aggiunge don Tonino Palmese. «Piena ed assoluta solidarietà al collega sindaco di San Giuseppe Vesuviano. È sempre più diffusa la sequela di minacce riservate agli amministratori locali. Intimidazioni quotidiane che minano il buon andamento amministrativo e frenano l’attività di ripristino della legalità. I sindaci sono le avanguardie dello Stato sul territorio ed hanno bisogno di maggiore supporto da parte dello Stato stesso». Commenta così, in una nota, Josi Gerardo Della Ragione, sindaco di Bacoli e vicepresidente di Avviso Pubblico. «Chiare minacce di morte, prosegue la nota, che colpiscono non solo la persona del primo cittadino, ma sono un attacco diretto alla democrazia e ai principi di libertà che reggono la vita civile del nostro paese. Chi ha affisso quel manifesto vuole ridurre al silenzio non solo il sindaco ma l’intera comunità di San Giuseppe Vesuviano. L’intera rete di amministratrici e amministratori locali di Avviso Pubblico si schiera a sostegno del sindaco Sepe»

