Torre del Greco, riunione del consiglio comunale senza numero legale: l’ultimo papocchio di Frulio & co.
CRONACA
30 ottobre 2025

Torre del Greco, riunione del consiglio comunale senza numero legale: l’ultimo papocchio di Frulio & co.

Alberto Dortucci

Torre del Greco. Dietro lo sfogo-trash del capo dell’assise Gaetano Frulio ci sarebbe «la consapevolezza di avere dato il via a una seduta del consiglio comunale illegittima, perché priva del necessario numero legale». E’ la certezza evidenziata dall’opposizione di palazzo Baronale. Una convinzione certificata dall’evidente imbarazzo con cui il segretario generale Domenico Gelormini – in teoria, responsabile della trasparenza in Comune – ha avallato l’avvio dei lavori nonostante pochi minuti prima avesse ufficializzato la mancanza del numero legale.

Il doppio papocchio

Tutto parte dalla volontà di Gaetano Frulio di continuare a convocare – a dispetto delle richieste per motivi lavorativi di diversi consiglieri comunali, a partire da Olimpia Viscovo del Pd e Annalaura Guarino della civica Mennella Sindaco – a metà pomeriggio. Un orario politicamente «infelice» e capace di provocare più di qualche difficoltà numerica alla squadra di governo cittadino. Così, quando intorno alle 18.30, si è proceduto all’appello dei presenti, il segretario generale ha dovuto constatare e mettere a verbale la mancanza del numero legale. Un clamoroso-flop, davanti a cui prima lo stesso Gaetano Frulio e poi il sindaco Luigi Mennella hanno provato a mettere una toppa. Peggiore del buco. Perché tra i «bisogni fisiologici» del filogovernativo Michele Langella – pronto a flirtare (nuovamente) con il centrosinistra in vista del voto per le Regionali – e le difficoltà di parcheggio delle consigliere comunali assenti, mancava solo il classico «cane si è mangiato il quaderno» per provare a giustificare le ragioni della necessità di procedere a una nuova conta dei presenti.

La resa del segretario

Inizialmente il segretario generale ha provato a tenere la «barra dritta» e a difendere la regolarità della seduta, ma davanti al pressing di Gaetano Frulio – giustificato peraltro con la motivazione dell’economicità, risibile per un Comune che ogni mese spende circa 30.000 euro per i gettoni della casta – si è arreso, procedendo con il dichiarare valida la seduta.  Ma la macchia – insieme alla consapevolezza che un eventuale ricorso al Tar Campania da parte dell’opposizione potrebbe invalidare la seduta – deve essere rimasta impressa sui nervi del capo dell’assise, fino allo sfogo trash in aula.

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