Poggiomarino, l’orrore dei bracconieri: cardellini accecati per farli cantare di più
CRONACA
31 ottobre 2025

Poggiomarino, l’orrore dei bracconieri: cardellini accecati per farli cantare di più

Andrea Ripa

Si trovava a Poggiomarino la base della banda specializzata nella cattura e commercializzazione di specie di animali protetti. Decine di uccellini sono stati «salvati» dalle forze dell’ordine al culmine di un’indagine coordinata dalla procura della Repubblica di Torre Annunziata. Molti altri sono morti, ammazzati perché non vendibili. Un aspetto emerso dalle indagini e che ieri mattina ha portato all’iscrizione sul registro degli indagati dei vertici della banda e di coloro che quegli animali nel corso dei mesi li hanno acquistati. Ma non c’è solo questo, perché durante le indagini sono state accertate anche pratiche particolarmente crudeli per rendere gli animali maggiormente «appetibili» agli acquirenti. Sette le persone raggiunte da un’ordinanza di custodia cautelate emessa dal gip del tribunale di Torre Annunziata su richiesta della Procura oplontina, nell’ambito di un’indagine che ha visto l’esecuzione di perquisizioni domiciliari da parte della polizia metropolitana di Napoli a casa di oltre quaranta persone residenti nelle province di Napoli, Salerno, Caserta e Avellino. Nei confronti di quello che è considerato dagli inquirenti il capo e promotore dell’associazione è stata disposta la custodia in carcere; un altro indagato è stato posto ai domiciliari, per altri quattro è stato disposto l’obbligo di dimora nel comune di residenza (per tre cumulata con l’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria).

 

Infine il settimo indagato ha ricevuto il divieto di dimora a Poggiomarino. I reati contestati sono furto (quello dei cardellini – che sono specie protetta – ai danni del patrimonio indisponibile dello Stato), ricettazione e maltrattamento di animali commercio di fauna selvatica, per un totale di oltre 80 capi di imputazione. Le indagini, che si sono avvalse del supporto tecnico della Lipu, hanno consentito di ricostruire quella che sarebbe risultata una vera e propria organizzazione criminale dedita alla cattura e al commercio illegali di cardellini e di altre specie protette di avifauna, con base a Poggiomarino, ma operante in tutto il territorio campano. Stando a quanto ricostruito gli uccelli venivano catturati con reti da bracconieri senza scrupoli e rivenduti al presunto promotore dell’associazione con prezzi che partivano da 100 per arrivare fino a 8.000 euro per ciascun esemplare dopo un periodo di cattività per affinarne il canto.

Dalle indagini è emerso che l’organizzazione si avvaleva di bracconieri professionisti che, con cadenza quasi quotidiana, catturavano decine di cardellini, usando reti e trappole illegali. I bracconieri, utilizzando modalità di cattura che non consentivano una preventiva selezione dei volatili, non esitavano ad ammazzare anche i rapaci, come i gheppi, anch’essi specie protetta, finiti casualmente nelle reti, schiacciando loro la testa con un sasso. I cardellini, una volta catturati dai bracconieri, venivano poi consegnati (poche ore dopo) in un garage di Poggiomarino a quello che è ritenuto il capo dell’organizzazione, che si attivava poi per rivendere numerosi volatili agli acquirenti che ogni fine settimana si presentavano proprio presso il garage.

Le intercettazioni hanno anche permesso di accertare come i componenti dell’associazione, per ottenere un maggiore guadagno, provvedevano ad “addestrare” i cardellini con pratiche particolarmente crudeli, per migliorarne le caratteristiche canore tanto che, quando tali attività non portavano ai risultati sperati, procedevano alla eliminazione dei volatili ritenuto “meno redditizi”, fino a vantarsi di tali gesti. Grazie alle intercettazioni, è stato poi possibile evidenziare come in alcuni casi gli indagati accecavano gli uccelli, sottoponendoli a sofferenze documentate dagli strazianti versi registrati, soltanto perché un cardellino cieco canta continuamente ad ogni piccolo rumore.