Torre del Greco, Frulio resta solo dopo la sfogo-trash in aula: la maggioranza in silenzio
CRONACA
1 novembre 2025

Torre del Greco, Frulio resta solo dopo la sfogo-trash in aula: la maggioranza in silenzio

Alberto Dortucci

Torre del Greco. Si aspettava un’accorata difesa d’ufficio, l’avvocato imposto dal sindaco Luigi Mennella come presidente del consiglio comunale. Invece, a 48 ore dallo sfogo-trash in aula e dalla successiva richiesta di dimissioni presentata dall’opposizione di palazzo Baronale, Gaetano Frulio si è ritrovato solo. Perché la maggioranza a trazione Pd-M5S ha scelto di restare in silenzio sull’ultimo caso politico all’ombra del Vesuvio anziché rischiare di peggiorare ulteriormente una situazione già capace provocare nuovi danni all’immagine della classe politica della quarta città della Campania.

La frase scandalo

L’audio del video registrato dalle telecamere dell’emittente web incaricata delle dirette streaming delle sedute dell’assise cittadina è diventato subito virale sul web, scatenando l’inevitabile imbarazzo del sindaco Luigi Mennella. Perché la frase pronunciata a microfoni aperti da Gaetano Frulio – un violento «so’ cose turche chell ca vec’ caa’ dint, me so’ scassat ‘o ca…» – non trova precedenti nella storia politica della quarta città della Campania e perfino un abile oratore come il leader della coalizione uscita vincitrice dalle ultime elezioni comunali si è trovato in evidente difficoltà nel provare a giustificare la volgare «uscita» del suo fedelissimo. Di qui, la scelta del silenzio.

Malumori interni

Differenti, invece, le ragioni alla base della mancata difesa d’ufficio degli alleati. Non è un mistero come diversi esponenti della maggioranza non abbiano gradito l’imposizione del nome di Gaetano Frulio come presidente del consiglio comunale – ruolo già svolto, peraltro con discutibili e contestati risultati, durante il mandato di Giovanni Palomba – né l’atteggiamento autoritario (o «dispotico» per citare l’opposizione di palazzo Baronale) tenuto dal «pupillo» del sindaco sia in riferimento al funzionamento delle commissioni consiliari sia all’organizzazione dei lavori dell’assise. D’altronde, l’ultimo «papocchio» della riunione del parlamentino avviata senza numero legale è stato innescato proprio dal mancato ascolto delle richieste di alcuni esponenti di maggioranza – in primis, Olimpia Viscovo e Annalaura Guarino – impegnate per motivi lavorativi. Inevitabilmente, dunque, Gaetano Frulio si è ritrovato – all’indomani della richiesta di dimissioni avantata dall’opposizione – solo sulla sua poltrona d’oro da 3.700 euro al mese.

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