M5S, consensi in picchiata a Torre del Greco: campagna elettorale a nervi scoperti per Gallo & company
CRONACA
4 novembre 2025

M5S, consensi in picchiata a Torre del Greco: campagna elettorale a nervi scoperti per Gallo & company

Alberto Dortucci

Torre del Greco. Lo «scivolone» dei gazebo elettorali allestiti dal M5S nel week end della tragedia costata la vita al poliziotto Aniello Scarpati rischia di costare caro a Luigi Gallo – l’ex deputato grillino oggi a caccia del suo terzo mandato, stavolta come consigliere regionale – e ai pentastellati della città del corallo. Non bastassero le difficoltà legate al nome di Roberto Fico – il candidato alla successione del governatore Vincenzo De Luca è ritenuto il tallone d’Achille della coalizione perfino da diversi big del Pd – un nuovo autogol rischia di acuire la caduta libera del M5S all’ombra del Vesuvio, passato (proprio sotto la «guida» di Luigi Gallo) dai 23.000 voti delle politiche del 2018 alla miseria di 1.116 preferenze alle comunali del 2023.

Il lutto ignorato

Mentre tutte le forze politiche – a partire dal Pd fino al centrodestra – sospendevano le iniziative in segno di rispetto dopo il tragico incidente di viale Europa, i grillini sceglievano la via opposta. Gazebo montato in via Roma, bandiere e manifesto con il «faccione» di Luigi Gallo in primo piano: una scena che non è passata inosservata agli occhi di cittadini e degli internauti, indignati per la «caduta di stile» dei pentastellati. La successiva tempesta social sulla pagina Facebook di Metropolis Quotidiano – in cui erano stata semplicemente riportati i fatti – ha travolto il M5S: una valanga di commenti, per lo più critici e in alcuni casi durissimi. Non «hater organizzati», come qualcuno nei corridoi pentastellati ha provato a sussurrare: basta scorrere i profili per trovare cittadini comuni, elettori delusi, persone che con la politica hanno più spesso un rapporto di rassegnazione che di militanza. Insomma, una piazza virtuale infuriata davanti a una scelta apparsa fuori tempo e fuori luogo.

Il secondo autogol

Anziché fare un passo indietro, ammettere l’errore e chiudere la vicenda, i grillini hanno firmata una (discutibile) nota ufficiale. Una difesa lunga e appesantita da un tono che oscilla tra autoassoluzione e vittimismo, in cui l’episodio viene liquidato come «tentativo di discredito» da parte di chi avrebbe «goffamente» sfruttato una tragedia. Una replica evidentemente dettata dal crescente nervosismo per un «indice di gradimento» in evidente picchiata rispetto al passato. A rendere il tutto ancora più paradossale, la scelta di rilanciare la nota attraverso l’assessore «miracolata» Laura Vitiello, nominata in giunta dal sindaco Luigi Mennella nonostante i soli 162 voti ottenuti alle ultime comunali. Una scelta già finita in diverse occasioni al centro dei malumori degli alleati che rischia di aggiungere benzina a un fuoco già acceso.

Il boomerang stellato

La realtà è semplice: a Torre del Greco, il M5S sembra avere perso il feeling con i cittadini. I numeri del consenso, la fuga degli attivisti originari, la percezione sempre diffusa di un gruppo chiuso in se stesso e più attento alla narrazione che al territorio parlano da soli. E mentre i vertici provano a minimizzare, la rete – un tempo habitat naturale dei 5S – oggi diventa il principale (e impietoso) tribunale dei pentastellati. Non propriamente il viatico migliore in vista della corsa alle urne del 23 e 24 novembre a cui Luigi Gallo si presenta per provare a ottenere il terzo mandato politico della sua «carriera» nel M5S.

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