Muore da solo in cella. Così hanno ritrovato gli agenti penitenziari lo stabiese Francesco Di Lietro, 46 anni, detenuto nel carcere di Lecce. Si tinge di giallo il ritrovamento del corpo senza vita del pregiudicato di Castellammare, che nel penitenziario salentino stava scontando una condanna per rapina, un residuo di pena. Era arriva in carcere da poco, a fine marzo.
Da un primo esame non ci sarebbero segni di violenza sul corpo, né è ancora ipotizzabile la pista del suicidio. Per questo motivo la Procura di Lecce ha aperto un fascicolo d’inchiesta, affidato al pm Emilio Arnesano, che ha subito risposto l’autopsia sul corpo ritrovato nel penitenziario leccese di Borgo San Nicola. L’esame autoptico è fissato a lunedì. Al momento non ci sono elementi che possano far pensare a un omicidio, più che altro è da verificare l’eventualità di un suicidio.
Il 46enne stabiese è morto praticamente da solo. Ha pochissimi parenti, nessuno vicino. Da tempo non ha più i genitori, non è sposato e non ha figli. Quei pochi familiari rimasti ora sono in attesa di conoscere la verità sul suo decesso. Vanta diversi precedenti: droga, rapina, estorsione. Cumuli di pena che poi gli hanno aperto le porte del carcere, dopo essere stato in passato detenuto anche in una comunità in Calabria. Non è considerato però vicino ad alcun gruppo criminale. Era, insomma, un cane sciolto che si “arrangiava” come poteva. Chiaramente nel modo più illegale possibile.
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