«Il Signor Ministro della Difesa le ha conferito la “Medaglia della Liberazione” commemorativa del settantesimo anniversario della lotta di Liberazione», recita così la missiva che qualche giorno fa è stata inviata a Gennaro Inserviente, l’ultimo dei partigiani campani ancora in vita. Arriva da Boscotrecase, o meglio da «Sant’Anna», come lui stesso ci ha tenuto a precisare.
Novantacinque anni, molto sveglio, ricorda con gioia quando era comandante di un gruppo delle brigate di “Giustizia e Libertà”. L‘8 settembre 1943 gli cambiò la vita trasformandolo da sergente maggiore autiere dell’Esercito italiano in uno tra i più importanti capi partigiani delle squadre che combatterono nelle valli della provincia di Sondrio.
Novantacinque anni, e ancora gli brillano gli occhi quando racconta la sua epopea di comandante partigiano a capo di un gruppo delle brigate di “Giustizia e Libertà”, in Valtellina, nella provincia di Sondrio, Gennaro riceverà stamattina dalle mani del Prefetto di Napoli, Gerarda Pantalone, l’ennesimo riconoscimento alla lotta che lui, assieme a tanti altri giovani italiani, intrapresero all’indomani dell’armistizio, l’otto settembre 1943, per la liberazione dell’Italia dai nazifascisti.