Il boss dei Barbudos che si fa scudo con Ciro, un ragazzo di 19 anni senza precedenti, reo di essersi trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato; un giovane innocente freddato per sbaglio nella fiction più seguita a Napoli. Nella puntata di Gomorra andata in onda ieri sera un ragazzo viene ucciso “per sbaglio”, il bersaglio era un boss appena uscito di galera. E’ sicuramente un caso che poche ore prima Ciro sia morto, senza colpe, per mano di un killer che non voleva lui. Non è un caso quello che racconta la fiction. Come sottolinea lo stesso Roberto Saviano in un post su Facebook, la fiction racconta la cronaca di Napoli e l’episodio in scena ieri sera era ispirato a ciò che accadde a Lino Romano, ragazzo innocente, ucciso in un agguato perchè scambiato per un camorrista. Era il 15 ottobre 2012. Lino era andato a salutare la propria fidanzata prima di una partita a calcetto, scende di casa e viene massacrato da una sventagliata di mitra.
Dovrebbero far riflettere le parole di Saviano. “Ma è così che vincono le mafie: facendo credere che nessuno è innocente. Il messaggio che i clan vogliono far passare è che tutto appartiene a loro in maniera diretta o indiretta. Tutti fanno parte della loro logica, nessuno può dirsi immacolato. Tutti hanno un parente, un concittadino, un vicino di casa, tutti hanno fatto un lavoro per loro o hanno un amico che fa parte del Sistema. E allora magari nascere a Cardito, crescere a Secondigliano, andare a casa della propria fidanzata a Marianella, tutto sommato, diventa, nella coscienza nazionale, una sorta di colpa. Il retropensiero è: “Beh, però è normale che se vivi lì queste cose possano accadere. E invece non è così”.