Un nutrito gruppo di persone si raduna sul sagrato della basilica di Santa Maria della sanità poco prima delle 16.30. E’ quella l’ora in cui la Rete delle associazioni del quartiere ha organizzato il simbolico corteo funebre del San Gennaro. Un ospedale che, fino a pochi mesi fa, rappresentava l’ultima spiaggia – in termini di assistenza sanitaria – in uno dei rioni più disagiati della città. In piazza, insieme a comitati, cittadini e istituzioni, anche padre Alex Zanotelli, che spiega il senso dell’ultimo, disperato appello rivolto al presidente della Regione Vincenzo De Luca: «L’ospedale è morto. Questo è un dato di fatto. Ma chiediamo alla Regione il ripristino del primo soccorso, ambulanze di rianimazione e chirurgia di day surgeli. Questo De Luca lo può fare in un quartiere a rischio come la Sanità». Gli fanno eco le parole di Vega Colonnese e Valeria Ciarambino, deputato e consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle: «Il decreto 49 è stato inattuato. Scellerata la scelta di chiudere l’ospedale. E ancora non si capisce la ratio. Gli ultimi reparti del San Gennaro, Ematologia e Oncologia, che sono vere eccellenze nella sanità campana, saranno trasferiti tra il 17 e il 21 ottobre all’Ascalesi. E i cittadini non sanno perché. Vi sono forse interessi oscuri che si stanno tutelando dietro questa dismissione?». Tanti i consiglieri municipali in piazza, tra cui Ciro Guida e Debora Piemontese. Ma a battagliare ancora per il San Gennaro è soprattutto il presidente Ivo Poggiani: «Mentre c’è una manifestazione in piazza Sanità perché il San Gennaro chiude, il ministro Lorenzin se ne sta al Plebiscito a un altro evento. Mentre cioè in un quartiere come questo si privano i cittadini di uno dei pochi presidi di giustizia e legalità. Siamo consapevoli che ormai è tutto deciso, ma siamo qui a puntare i piedi a dimostrazione della partecipazione popolare a un problema serio come la dismissione di un ospedale».
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