E’ la notte tra il 9 e il 10 novembre del 1938. Sarà per sempre la “Notte dei cristalli del Reich”. Due ore prima della mezzanotte il Ministro della Propaganda Joseph Goebbels tiene un discorso-arringa contro “gli ebrei”. Disse che il partito non organizzava azioni antisemite ma, laddove fossero accadute, non le avrebbe ostacolate. Aveva praticamente acceso la miccia della dinamite. Centinaia di sinagoghe vennero danneggiate, molte incendiate. Migliaia di appartamenti e negozi furono distrutti e saccheggiati. Le persone che vi si trovavano furono seviziate e in moltio casi le donne furono stuprate. Nel corso dei pogrom (le sommosse antisemite) ci furono circa 400 vittime, ma ufficialmente ne furono segnalate solo 91 secondo in una lettera dell’11 novembre 1938. I pogrom continuarono fino alla mattina del 10 novembre e in alcune zone rurali fino al pomeriggio. A partire dal 10 novembre e nei giorni seguenti, circa 30 000 uomini di religione ebraica furono arrestati dalla Gestapo e dalle SS e deportati nei campi di concentramento di Buchenwald, Dachau e Sachsenhausen. La maggior parte di loro fu rilasciata solo quando si “dichiararono” disposti all’esilio. Parecchie centinaia persero la vita durante la detenzione. I pogrom del novembre 1938 rappresentarono il rilancio della persecuzione ai danni delle persone di religione ebraica, atto che rafforzava il boicottaggio (aprile 1933) e le leggi razziali di Norimberga (1935). La violenza infernale di quella notte ebbe un clamore mondiale, tanto che il Reich, pur di portare a termine indisturbato la sua folle missione di sterminio, sospese i pogrom e ordinò discriminazione e violenze “solo” all’interno dei Lager.
M|CULT
10 novembre 2017
10 novembre 1938. L’infernale notte dei cristalli del Reich