Una serata tutta da ballare, con ritmiche caraibiche e amazzoniche che si fondono con i suoni psichedelici delle chitarre elettriche: alLanificio 25 arriva Cùmbiamela – La grande noche de Cumbia, organizzata dalla Subcava Sonora (ingresso 5 euro). Venerdì 17 novembre a farla da padroni il dj set di Gianni”Mexi”Rallo e il cocktail musicale di Radio Tahuania, la formazione composta daFrancesco Iadicicco (basso, arrangiamenti), Pietro Sgueglia (voce, chitarra elettrica), Sara Sossia Sgueglia (voce, percussioni), Roberto Celentano (chitarra elettrica) e Alessandro Perrone (batteria).
Tahuania è un luogo della foresta amazzonica, distante nello spazio e nel tempo, così distante che le uniche notizie di Tahuania vengono da una Radio, che trasmette la Cumbia psichedelica, sospesa negli anni 70’, tra il Perù e il sud Italia, ma forse nuova, mai ascoltata, mai recepita. Il gruppo Radio Tahuania nasce di ritorno da un progetto di aiuti umanitari nell’amazzonia peruviana, da parte dall’onlus “Pachacamac” e dall’associazione ALAS DE ESPERANZA, nate lungo le sponde del Volturno, in contatto e in collaborazione continua, con i “sud” del mondo, con altri fiumi e altri luoghi. Il gruppo intende divulgare non solo una cultura musicale, ma anche un modo di vivere, quello che ha ispirato i componenti della band nell’arrangiamento dei brani e nel mood dei suoi live.
La cumbia è una musica popolare, un canto e una danza colombiana. Tale danza di coppia è nata all’interno degli eventi relativi alla conquista spagnola, che ebbe inizio con la distruzione della popolazione dei Chibcha. Solo nel 1886 la nazione fu chiamata Repubblica di Colombia (in omaggio a Cristoforo Colombo). Finché fu colonia spagnola, ebbe il nome di Nuova Granada.La cumbia è emanazione diretta della cumbiamba una danza in circolo che uomini e donne di colore eseguivano a piedi nudi sulla sabbia, in riva al mare, attorno ad un grande falò. È importante fissare bene questo passaggio per capire che danza è la cumbia e ipotizzare quale sia la sua origine. La denominazione è africana. In molti dialetti parlati dagli africani il termine “kumb” significa suono, rumore o frastuono. Quando gli africani furono impiegati nelle sterminate piantagioni della Colombia coloniale, le piantagioni stesse furono chiamate kumbè, per via dei suoni e dei rumori che gli schiavi producevano durante il lavoro.Oggi in uso come ballo di coppia in Colombia e nelle zona amazzonica del Perù, Argentina e Cile, i ballerini ballano stando di fronte a coppie senza contatto diretto avanzando ed indietreggiando insieme.