Pierre Le Guennec ha i capelli bianchi e le sopracciglia folte. Fino a quel momento il mondo non sa nemmeno della sua esistenza. Un signore distinto che solo per caso era stato l’elettricista di Pablo Picasso. Quel 29 novembre del 2010, l’uomo rivela di essere in possesso di un gran numero di opere del pittore spagnolo ricevute in regalo quando installò alcuni sistemi di allarme in due appartamenti dell’artista. Per l’esattezza 271 disegni rimasti per 40 anni in un garage del sud della Francia. Secondo la sua versione, tutto inizia nel 1970 quando si trasferisce in Costa Azzurra e viene ingaggiato da Picasso per fare qualche lavoretto in varie residenze. Un giorno gli fu donata una scatola con dentro pezzi di carta, disegni, schizzi, nè firmati nè datati. Nessuna tela. «La conservai in un garage e l’ho riaperta solo nel 2009, quasi quarant’anni dopo”. L’ex elettricista si era quindi rivolto al figlio del pittore, Claude Picasso, per ottenere dei certificati di autenticità delle opere in suo possesso. Ci fu subito la denuncia degli eredi, convinti che si trattasse di un furto, e il successivo sequestro del tesoro milionario. Nel 2015 i giudici condannano Pierre Le Guennec e sua moglie a due anni di reclusione con la condizionale. I quadri tenuti nascosti vengono sequestrate e riconsegnate alla «Picasso Administration». Il pubblico ministero aveva richiesto per la coppia di pensionati di Mouans-Sartoux cinque anni. I coniugi Le Guennec erano accusati dagli eredi di Picasso di essersi appropriati indebitamente delle opere inedite dell’artista realizzate fra il 1900 e il 1932, di un valore complessivo di 60 milioni di euro, tra cui un carnet di 91 disegni, 28 litografie, sei piccoli dipinti olio su tela, e in particolare nove collage cubisti molto rari stimati in circa 40 milioni di euro.
M|CULT
29 novembre 2017
Quei 271 disegni di Picasso spariti per 40 anni