All’alba del 16 dicembre del 1631 il Vesuvio rientrò in attività dopo un riposo di circa 130 anni. Prima dell’eruzione ci furono numerosi eventi premonitori: il rigonfiamento del suolo, piccoli terremoti che si manifestarono già da qualche mese prima e poi il prosciugamento delle fonti. Quell’eruzione portò all’apertura di una bocca laterale sul versante sud-est con una iniziale fase di attività stromboliana. Durante una prima fase il vulcano espulse ceneri miste ad acqua che si riversarono a valle, e enormi colonne di vapore. Successivamente ebbe luogo una violenta attività esplosiva dal cratere centrale con un’alta colonna di ceneri, pomici e gas. Dal quel giorno del 1631 si sono verificate numerose eruzioni delle quali si hanno notizie certe e dettagliate. Durante un attività vulcanica del febbraio 1848, una colonna di vapore alta circa 15 chilometri, sorse dal cratere, presentando una varietà di colori; subito dopo spuntarono dieci cerchi, bianchi neri e verdi che assunsero la forma di un cono. Un’apparizione simile era stata osservata nel 1820. Nel maggio 1855, un grande flusso di lava incandescente, di 70 metri di larghezza, fluì verso un grosso crepaccio di circa 300 metri di profondità. La prima parte di questa spaccatura è a precipizio e qui, la lava in caduta formò una magnifica cascata di fuoco liquido. Più spettacolare fu l’eruzione del 1872, che creò una vastissima nube a forma di pino, e la cui lava distrusse i paesi di Massa e San Sebastiano al Vesuvio. Negli anni di attività intermedia, la lava che traboccò dal cratere costituì due cupole di ristagno: nel 1895 il “Colle Margherita” e nel 1898 il “Colle Umberto”. Nell’eruzione del 1906 la nube gassosa che generò nelle ultime ore di attività spazzò via la cima e svuotò la camera magmatica. I costi dell’eruzione costrinsero il governo italiano a rinunciare all’organizzazione delle olimpiadi del 1908 (che erano già state assegnate), cedendole alla Gran Bretagna.
M|CULT
16 dicembre 2017
Accadde oggi. Il Vesuvio si risvegliò dopo 130 anni