Il minore – sentendosi ormai braccato dai carabinieri, che lo avevano riconosciuto attraverso i filmati della videosorveglianza – ha deciso di costituirsi nella serata di lunedì. Accompagnato dal suo avvocato Salvatore Esposito, il 16enne s’è presentato in caserma ammettendo di essere stato lui a sparare. Al di là delle motivazioni poco convincenti sul perché abbia fatto fuoco, il giovane non ha fatto ritrovare nemmeno la pistola utilizzata per colpire il 19enne. I.R. è il figlio di un pregiudicato di via Rispoli che in passato è stato coinvolto in diversi affari criminali, tra cui un’estorsione messa a segno lontano da Castellammare, senza risultare direttamente collegato ai clan stabiesi. Anzi, nell’ultima stagione di sangue – tra il 2008 e il 2012 – finì anche nel mirino del gruppo di fuoco dei D’Alessandro, guidato allora da Salvatore Belviso, che gli esplose diversi colpi di pistola contro, arrivando a ferirlo a un braccio. I.R., invece, è un ragazzo turbolento, che insieme alla sua comitiva frequenta la zona del lungomare, teatro negli ultimi tempi di una lunga serie di risse e scontri tra bande di giovanissimi. Cosa sia scattato nella sua testa domenica sera resta un mistero. Già quest’oggi sarà interrogato dal gip – deve rispondere dell’accusa di tentato omicidio – e nel frattempo è stato trasferito in comunità, in esecuzione di un decreto di fermo emesso dalla Procura per i minori.
CRONACA
24 gennaio 2018
Castellammare. Spari nella sala giochi, il 16enne in comunità ma la pistola non è stata trovata