«Albergo chiuso». Due parole in stampatello ben visibili su un foglio esposto sul portone d’ingresso sono l’emblema della desolazione che avvolge l’Hotel Stabia, storica struttura ricettiva sul lungomare che da due giorni ha chiuso i battenti. Una fioriera funge da barriera davanti ai pochi scalini che consentono l’accesso all’hotel, mentre tanti curiosi transitano nei pressi del portone per sbirciare attraverso il vetro e capire cosa si nasconde dietro al barlume di luce che si intravede dall’interno. Il portone è chiuso a chiave e un’unica sagoma si muove nel salone che solitamente ospita congressi e convegni di politica e cultura. Si tratta di un impiegato al servizio di portineria, che lascia intendere che l’accesso all’albergo è inibito, indicando il foglio esposto all’esterno. Tre fredde righe, otto gelide parole: «Sottoposto a vigilanza su autorizzazione dell’autorità giudiziaria».
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