Torre del Greco. Fino a oggi aveva utilizzato i social per punzecchiare lo «svizzero» di via del Monte – facilmente identificabile con l’ex sindaco Ciro Borriello – e il «parcheggiatore» di palazzo La Salle, l’etichetta con cui aveva ribattezzato l’ex assessore Donato Capone. Ma, incassata la nomination a candidato sindaco del carrozzone di liste civiche su cui sono saltati tutti gli avversari politici del chirurgo plastico con la passione per la politica, Giovanni Palomba ha subito cambiato registro: stop alle allusioni e agli sfottò – in linea con l’appello alla «moderazione» lanciato all’indomani dell’affissione dei manifesti shock delle sedicenti brigate coralline – e largo alle idee e ai progetti. Partendo da argomenti di stretta attualità, legati a doppio filo al futuro rilancio economico di Torre del Greco: una ripresa associata da Giovanni Palomba alla «straordinaria capacità commerciale» della quarta città della Campania. Una caratteristica da difendere con i denti, secondo lo storico mobiliere di via Monsignor Felice Romano. Pronto a promuovere – attraverso il suo profilo Facebook – una vera e propria crociata per le piccole e medie imprese del territorio.
Ovviamente, in netta contrapposizione – il «lupo» perde il pelo, ma non il vizio – rispetto alle idee già lanciate dall’ex first lady Romina Stilo, l’unica donna fino a oggi in campo per la poltrona da numero uno di palazzo Baronale. «Anziché parlare di potenziamento e aiuto alla classe commerciale – scrive l’ex capogruppo del Nuovo Centrodestra in consiglio comunale – sento nuovamente parlare di cementificazione violenta che aggredisce l’economia locale e snatura i luoghi. Trasformare lo stadio Amerigo Liguori perché sia funzionale e competitivo è un dovere amministrativo, ma rendere l’impianto comunale un centro commerciale è un’offesa alla città». Un chiaro e frontale attacco al progetto – in linea con l’evoluzione moderna di tutti gli stadi di calcio in Italia e in Europa – presentato proprio da Romina Stilo e sostenuto da Antonio Colantonio, l’attuale patron della Turris sceso in campo a sostegno dell’ex vicesindaco.
Ma non basta. Per rifilare un colpo al cerchio e un colpo alla botte, il democristiano doc di Torre del Greco contesta l’eventuale trasformazione dello storico cinema-teatro Metropolitan di via Antonio Luise ipotizzata dal proprietario Mario Altiero, esponente locale del Pd: «Allo stesso modo – prosegue il lungo post elettorale – sento girare la voce di un mega-store che dovrebbe essere realizzato in una ex struttura dismessa nel centro storico. A essere più precisi, in un quartiere che a mio avviso andrebbe rivalutato e riqualificato in modo differente». Un mix di affondi politici ai potenziali avversari e proclami populistici concluso con un attestato di «vicinanza e appoggio a tutte le attività commerciali che con il loro lavoro quotidiano riescono a dare lavoro a migliaia di nostri concittadini. Ricordando che ogni insegna luminosa che si spegne è una parte della città che muore».