Prima il boato, poi il silenzio e l’odore acre di bruciato. L’orologio segna le 00,30 quando in via Nolana si scatena il panico. Due ambulanze ingoiate dalle fiamme rischiano di travolgere anche la palazzina poco distante. Si tratta di mezzi di proprietà di una nota associazione locale, già oggetto di un provvedimento di sequestro alcuni mesi fa. I residenti si riversano in strada, sul posto intervengono polizia e vigili del fuoco. «Aiuto, ci sono bombole di gas. Qui scoppia tutto», urlano i cittadini. Passano ore prima che la situazione venga riportata alla normalità. Sul caso indagano gli agenti del commissariato di polizia di via Sacra, che ora dovranno far luce sulla natura del rogo. Non si esclude alcuna pista, compresa quella dolosa legata a un presunto avvertimento nei confronti dell’associazione pompeiana.
Il precedente
C’è un aspetto sul quale si concentrano le indagini della polizia: le ambulanze andate in fiamme furono già oggetto di un provvedimento a novembre. Nei mesi scorsi, in seguito a delle verifiche, due delle quattro ambulanze incendiate furono sequestrate perché fuorilegge. I mezzi, impiegati da un’associazione con sede in via Nolana, erano abusivi: forniva certificazioni fasulle, alcune erano addirittura senza assicurazione. La polizza era scaduta da mesi, ma le ambulanze continuavano a circolare all’ombra degli Scavi. Gli agenti del commissariato, smascherato le irregolarità dell’associazione, provvidero a denunciare il presidente, un 70enne di Pompei. L’uomo, G.B. (queste le iniziali), finì nei guai con l’accusa di falsificazione e contraffazione di documentazione sanitaria nonché truffa ed abuso edilizio. I controlli scattarono dopo l’incartamento esibito da parte dell’associazione per prendere parte a una manifestazione che si tenne sul territorio comunale di Pompei alcune settimane prima.
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