Torre del Greco. L’ordine ufficiale è chiaro: «Andate al mare». Perché né Giovanni Palomba né Luigi Mele – i due candidati a sindaco arrivati al ballottaggio – incarnano propriamente i «valori» del M5S. Eppure, dietro gli integralismi di facciata, qualcosa si muove tra i pentastellati di Torre del Greco. Smaltita la delusione per la mancata vittoria di Luigi Sanguigno – l’ingegnere arrivato dall’università di Derby per provare a conquistare palazzo Baronale dopo il boom alle politiche del 4 marzo – i grillini hanno cominciato a studiare come «capitalizzare» al massimo le 5.785 preferenze incassate dal loro portabandiera. E mentre l’onorevole Luigi Gallo – l’ex docente precario dell’istituto superiore Cristoforo Colombo fresco di promozione a presidente della commissione cultura della camera dei deputati – promuove iniziative per provare a mettere in discussione i risultati delle urne, gli attivisti del territorio fanno i conti per provare a mantenere «viva» la battaglia per il cambiamento.
Obiettivo raddoppio
Consapevoli di come «una noce sola nel sacco non suona», come dimostrato dalla coreografica presenza di Ludovico D’Elia all’interno dell’amministrazione comunale targata Ciro Borriello, il M5S punta a rafforzare la propria presenza tra i banchi del consiglio comunale. E l’unica strada, a dispetto dell’annunciata neutralità per il 24 giugno, sarebbe «tifare» per la vittoria di Giovanni Palomba al ballottaggio. Il successo della carovana del buongoverno guidata dal mobiliere di via monsignore Felice Romano, infatti, spalancherebbe le porte del consiglio comunale al primo della lista del M5S: insieme a Luigi Sanguigno entrerebbe in aula Vincenzo Salerno, il cugino di Mattia Maio – l’ultrà grillino a capo del Forum dei Giovani, sceso in strada contro il voto inquinato all’ombra del Vesuvio – alla prima esperienza in politica. Nel caso in cui il fratello di Vittorio Sanguigno – segretario cittadini dei Verdi ai tempi del secondo mandato da sindaco di Antonio Cutolo, oggi reggente del Pd – dovesse decidere di tornare in Inghilterra, il secondo seggio in consiglio comunale sarebbe occupato da Santa Borriello. Contrariamente, in caso di vittoria di Luigi Mele, i grillini non potrebbero raddoppiare il numero di esponenti in municipio e il candidato sindaco dei grillini (o il primo della lista in caso di dimissioni di Luigi Sanguigno) resterebbe isolato – come successo a Ludovico D’Elia – in aula.
I restanti schieramenti
Gli stessi calcoli sono stati fatti dai fedelissimi del vicesindaco uscente Romina Stilo. Dovesse vincere Giovanni Palomba, insieme all’ex first lady di palazzo Baronale entrerebbe in aula Mario Buono, primo della lista civica Forza Torre promossa dall’ex assessore Donato Capone. Ma proprio all’interno dello schieramento capitanato dalla numero due di Ciro Borriello non mancano le spaccature: una parte dei sostenitori di Movimento Torrese si è schierata, infatti, al fianco di Luigi Mele come testimoniano le foto postate da Francesco Lavela su Facebook. Meno visibile, invece, il sostegno di Valerio Ciavolino all’ex assessore ai lavori pubblici dei disastri. Dopo l’exploit al primo turno l’erede del compianto Mario Auricchio si sarebbe avvicinato all’ex braccio destro di Ciro Borriello per preparare il terreno in vista delle Regionali del 2020. Magari in tandem con Alessandra Tabernacolo, pronta a riprendere lo scranno – a prescindere dal risultato del ballottaggio – in consiglio comunale.
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