Torre del Greco. Insieme a Pietro De Rosa – l’ex questore a cui è già stata affidata la delega ai rifiuti – e all’avvocato Luisa Refuto di Torre Annunziata era l’unica «certezza» della futura giunta comunale guidata dal sindaco Giovanni Palomba. Perché, a dispetto della storica appartenenza al Pd, l’ingegnere Vincenzo Sannino – ex dirigente del settore lavori pubblici dell’ente di palazzo Baronale, andato in pensione a inizio aprile – aveva tutte le carte in regola per saltare sulla carovana del buongoverno messa in piedi all’ombra del Vesuvio: indiscussa esperienza e competenza, perfetta conoscenza della macchina comunale e assenza di qualsiasi macchia giudiziaria sul curriculum professionale.
Non a caso, alla vigilia delle presentazione delle liste, era stato lanciato dal consigliere regionale Loredana Raia come «ipotesi di superamento» della crisi interna al centrosinistra locale: un’idea successivamente superata dagli eventi, ma tornata d’attualità all’indomani del trionfo di Giovanni Palomba al ballottaggio contro Luigi Mele.
A caldeggiare il nome dell’ingegnere di 66 anni erano stati il politico-ultrà Pasquale Brancaccio e mister 927 voti Stefano Abilitato, indagato per associazione a delinquere finalizzata alla turbativa delle operazioni di voto nell’ambito dell’inchiesta condotta dal pubblico ministero Pierpaolo Filippelli della procura di Torre Annunziata. Tutto sembrava fatto e – senza la guerra politica tra alleati per la nomina delle quote rosa – Vincenzo Sannino sarebbe stato già nominato assessore. Ora, invece, lo scenario potrebbe radicalmente cambiare. Il punto intorno a cui ruota il progetto di Giovanni Palomba è la discontinuità rispetto alla passata amministrazione comunale targata Ciro Borriello. E cominciare l’avventura ufficiale alla guida della quarta città della Campania con un esponente di maggioranza sotto i riflettori per lo scandalo dei presunti voti di scambio e un componente dell’esecutivo al centro delle attenzioni dei magistrati per abuso d’ufficio non sarebbe certamente il migliore dei biglietti da visita.
Dunque, la nuova inchiesta aperta a Torre Annunziata potrebbe ulteriormente rallentare l’ufficializzazione della prima giunta targata Giovanni Palomba, già alle prese con scontri e scandali.