Torre del Greco. Al termine di trenta giorni di trattative e scontri tra gli alleati della carovana del buongoverno guidata dal sindaco Giovanni Palomba, arriva l’attesa fumata bianca per l’ufficializzazione della prima giunta del nuovo corso di palazzo Baronale. A completare l’intricato puzzle di nomi e incroci per occupare le sette poltrone dell’esecutivo cittadino, l’indicazione della lista civica Insieme per la città: l’ingegnere Monica Ascione – figlia dello storico leader politico di Santa Maria la Bruna – occuperà la quarta casella riservata alle donne, in ossequio alla «regola» dell’esecutivo a prevalenza rosa sponsorizzata dal successore dell’ex sindaco Ciro Borriello.
In nome del padre
Proprio la «regola» voluta da Giovanni Palomba è stata la principale causa dei ritardi per trovare la quadra all’interno della coalizione. Perché la lista civica Insieme per la città – rappresentata in consiglio comunale da Carmela Pomposo e Simone Gramegna – aveva inizialmente indicato Alfonso Ascione, l’uomo capace di convincere gli orfani di Ciro Borriello a mollare il centrodestra targato Luigi Mele e a saltare sulla carovana del buongoverno allestita dallo storico figlioccio della Dc all’ombra del Vesuvio. Un lavoro apprezzato dal mobiliere di via monsignor Felice Romano, ma non al punto da «difendere» l’alleato della prima ora dal muro alzato da diversi esponenti della coalizione: a partire da Vittorio Guarino – primo eletto della lista civica Ci vuole coraggio, ex delfino di Alfonso Ascione e oggi scudiero del consigliere regionale Mario Casillo – per finire a Felice Gaglione, il funzionario dell’Asl Napoli 3 Sud diventato riferimento del consigliere regionale Loredana Raia. E gli stessi esponenti di Dai – la lista civica coordinata da Enrico Pensati e Gerardo Guida, in passato legati rispettivamente a Valerio Ciavolino e all’onorevole Nello Formisano – non si sono piegati al nome maschile promosso da Insieme per la città dopo avere indicato l’avvocato Anna Pizzo, moglie dell’ex consigliere comunale Domenico Sorrentino, sempre in passato legato al «senatore» di via Martiri d’Africa. Così, al termine dell’ennesimo summit in municipio, Salvatore Vito – referente della lista civica nata nel 2012 – ha puntato sulla figlia d’arte con un curriculum da 110 e lode, come il voto ottenuto alla laurea in ingegneria gestionale a soli 24 anni. Oggi Monica Ascione ricopre – a 29 anni – il ruolo di responsabile assicurazione qualità del settore aerospaziale, ferroviario e automotive del gruppo Engitech, colosso industriale con sede a Pomigliano. Insomma, un profilo di spessore sebbene al debutto in politica. Un comune denominatore rispetto alle restanti quote rosa Luisa Refuto – l’avvocato di Torre Annunziata voluto da Luigi Caldarola e Iolanda Mennella – e Annarita Ottaviano, indicata da Luisa Liguoro e Gaetano Frulio. A completare l’esecutivo – la presentazione è in programma domani alle 11 a palazzo Baronale – i «maschietti» Gennaro Granato, Pietro De Rosa e Vincenzo Sannino.
Lo scandalo giudiziario
L’ex dirigente comunale – in pensione a partire da maggio – tornerà a gestire, stavolta con ruolo politico, il settore lavori pubblici. Lo scandalo giudiziario in cui è rimasto recentemente coinvolto – indagato insieme all’ex sindaco Ciro Borriello, agli imprenditori Antonio Balsamo e Massimo Balsamo e ai dirigenti comunali Giuseppe D’Angelo, Vincenzo Visconti e Salvatore Iennaco, accusati a vario titolo di corruzione aggravata e abuso d’ufficio – non ha penalizzato il «pupillo» di Giovanni Palomba. Il sindaco degli attacchi frontali agli indagati della passata amministrazione comunale si è improvvisamente scoperto «garantista» per blindare la nomina del suo amico di famiglia. Non propriamente un segnale di discontinuità rispetto al recente passato, a conferma di come a palazzo Baronale possano cambiare i «direttori d’orchestra» e non la «musica».