Torre del Greco. Prima il documento-ricatto dei consiglieri comunali di area dem, poi l’affondo ufficiale dei vertici cittadini del Pd. Dopo 10 mesi di tormenti, il primo partito del centrosinistra rompe il silenzio e attacca a muso duro il sindaco Giovanni Palomba e i suoi fedelissimi. Accusati senza giri di parole di scarsa trasparenza per lo stucchevole braccio di ferro sul criterio di scelta degli scrutatori per le elezioni europee del prossimo 26 maggio: «Evidentemente, la lezione non è servita a nulla – l’affondo di Antonio Cutolo, l’ex primo cittadino degli anni Novanta chiamato a traghettare il circolo locale del Pd fino al prossimo congresso cittadino le dimissioni del segretario dei disastri Massimo Meo -. Il Partito Democratico e i Giovani Democratici di Torre del Greco ribadiscono le posizioni già portate avanti in passato riguardo la scelta degli scrutatori: no alla nomina diretta che si potrebbe facilmente prestare alle logiche del “voto di scambio” e sì al sorteggio pubblico sia per l’imminente tornata elettorale sia per le future competizioni politiche».
Attacco concentrico
Il risveglio dal coma profondo in cui era caduto il Pd dopo la mancata presentazione della lista alle amministrative del 2018 arriva esattamente a 24 ore dal golpe organizzato da Iolanda Mennella – la novellina di palazzo Baronale subentrata come sostituta di Ciro Piccirillo nella commissione elettorale comunale – in collaborazione con il presidente dell’assise Felice Gaglione. L’inseparabile coppia della maggioranza – a dispetto delle indicazioni arrivate dal sindaco e condivise dagli alleati – ha preparato un documento-ricatto per imporre il sorteggio per tutta la durata del mandato: «In caso contrario, procederemo con le nomine», la presa di posizione dei dissidenti della carovana del buongoverno. Capaci in sei ore di «convincere» i restanti esponenti di area dem della coalizione – Luisa Liguoro e Gaetano Frulio, entrambi riferimento dell’intramontabile Luigi Mennella – e gli scontenti Annalaura Guarino e Michele Langella. Ai rappresentanti della maggioranza si sono successivamente aggiunti Antonio Spierto e i grillini Vincenzo Salerno e Santa Borriello. Tutti pronti a mettere da parte la certezza del sorteggio degli scrutatori per le elezioni europee del prossimo 26 maggio – la linea scelta da Giovanni Palomba e dai restanti componenti della commissione elettorale comunale: Antonio D’Ambrosio per la maggioranza e Alessandra Tabernacolo per la minoranza – per provare il salto nel buio del criterio unico per i prossimi quattro anni. Senza un accordo, infatti, gli atti sono stati trasmessi alla prefettura di Napoli per gli adempimenti del caso. E non si può escludere l’indicazione di procedere con la nomina, come previsto per legge.
Sindaco pompiere
Il day after la giornata delle beffe, Giovanni Palomba a provato a gettare acqua sul fuoco. Salvando i due riferimenti di Luigi Mennella, ma non risparmiando ulteriori critiche alla super-coppia eletta con la civica Il Cittadino: «Luisa Liguoro e Gaetano Frulio sono due idealisti – la spiegazione del primo cittadino – e non avranno colto le “insidie politiche” del documento portato all’attenzione dei consiglieri comunali. Lo stesso discorso vale per Michele Langella, non credo la sua firma possa essere sintomo di malcontento. In ogni caso, non possiamo certamente essere ostaggio dei capricci di qualcuno: avevamo raggiunto l’accordo per il sorteggio, non capisco perché si sia voluto creare un caso».
Le accuse dei giovani
A rincarare la dose, infine, tocca ai Giovani Democratici di Torre del Greco. Pronti prima a «ricordare» le indagini sul voto di scambio condotte dalla procura di Torre Annunziata – costate l’arresto a Stefano Abilitato e il divieto di dimora in Campania a Ciro Piccirillo – e poi a sottolineare la necessità di procedere con il sorteggio per la scelta degli scrutatori. «Anzi, sarebbe opportuno prevedere una quota di sorteggio da destinare a chi, appena maggiorenni, voteranno per la prima volta il prossimo maggio – conclude Domenico Colantuono – Così sarebbero consapevoli e partecipi del significato che c’è dietro il gesto “semplice” del voto».
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