Sono tante le procure rimaste senza vertice e che entrano nel risiko delle nomine a cui il Csm deve mettere mano. La precedenza è stata data alla scelta del procuratore di Roma, nel manuale Cencelli equivalente per importanza a due ministeri. Ma è indubbio che ci sia urgenza per tutte le caselle da riempire, tanto più dopo che il capo dello Stato, che del Csm è il presidente, nemmeno un mese fa è tornato a chiedere tempestività ai consiglieri di Palazzo dei marescialli sul fronte delle nomine. In capo alle priorità c’è certamente la procura di Torino: è senza titolare dal dicembre scorso, quando Armando Spataro è andato in pensione. Il vice presidente del Csm David Ermini , in visita nei giorni scorsi negli uffici giudiziari torinesi, ha auspicato che si provveda “entro l’estate”, ma è difficile prevedere i tempi. A contendersi il vertice della procura sono 9 magistrati, ma la partita sembra che si giocherà soprattutto tra due candidati: il procuratore reggente di Torino Paolo Borgna e il Pg di Reggio Calabria Bernardo Petralia. Sono molti di più invece i concorrenti per la procura di Perugia, competente a indagare sui magistrati romani, che da domani si troverà senza vertice, perchè va in pensione Luigi De Ficchy: sono 20 e tra di loro c’e’ Raffaele Cantone, il presidente dell’Autorita’ anticorruzione; e anche i procuratori di Velletri (Francesco Prete) e Spoleto (Alessandro Cannevale) e il capo della Dda di Napoli Giuseppe Borrelli. Difficile pero’ che ce la possa fare il presidente dell’Anac, che avrebbe invece piu’ chances per un altro incarico per cui concorre: quello di procuratore di Frosinone. La scelta del procuratore di Perugia si intreccia anche con quella di un aggiunto, un posto altrettanto ambito visto che sul tavolo del Csm sono arrivate 19 domande. Se Palazzo dei marescialli seguisse pedissequamente il calendario delle scoperture , dovrebbe però partire dalla procura di Salerno. Il suo ultimo capo Corrado Lembo è andato via 9 mesi fa. Tra i candidati c’è il Pg di Salerno Leonida Primicerio, ma anche il capo della procura di Locri Luigi D’Alessio e tre procuratori aggiunti napoletani, Nunzio Fragliasso, Giuseppe Borrelli e Domenico Airoma. Partita tendenzialmente a tre per la procura di Brescia, che ha un suo peso specifico perchè competente a indagare sui magistrati di Milano. In questo caso la scelta è tra l’ex consigliere del Csm Fabio Napoleone, il procuratore di Velletri Francesco Prete e il procuratore di Lecco Antonio Chiappani. Se è certo che i giochi più importanti riguardano i capi delle procure, anche la nomina dei due procuratori aggiunti di Roma sarà impegnativa per il Csm, soprattutto ora che l’inchiesta di Perugia rischia di azzoppare uno dei candidati in pole position, l’ex consigliere del Csm Luca Palamara. Tra i 23 concorrenti, il pm del caso Regeni, Sergio Colaiocco.
CRONACA
29 maggio 2019
Il risiko delle nomine al vertice delle procure