Le foto postate sui social, le chat e le intercettazioni sono state le prove portate in aula dal difensore di M.D.M., il giovane accusato di estorsioni ai danni di una studentessa 15enne di Amalfi. Prove che sono bastate per aprire le porte del penitenziario di Airola dove fino a ieri era detenuto l’imputato 18enne, all’epoca dei fatti ancora minorenne. Scarcerato ma non assolto, il giovane pregiudicato che a ottobre 2018 fu arrestato insieme al complice Pasquale Scarano che, fino a quel momento, era il fidanzatino della vittima. A ribaltare le carte in tavola è stato l’avvocato Antonio de Martino, esperto nell’intercettazione, che ha ribadito ai giudici che fino all’ultimo giorno i soldi «sono stati spontaneamente consegnati al ragazzo in presenza dell’amico, senza nessuna minaccia né millantando vicinanze a clan». La teoria del difensore di M.D.M. è proprio quella di dimostrare il rapporto di amicizia tra i tre e non un interesse economico alla base degli incontri. Certo è che il racconto della vittima agli investigatori è totalmente diverso e quelle cifre richieste, in diverse trance, sono state consegnate per il timore di ritorsioni.