Assenze sospette dopo la sparatoria nel feudo del boss Leonardo Di Martino, detto ‘o lione: irreperibili i figli. Per ben due volte gli inquirenti si sono presentati a casa della famiglia Di Martino, a Iuvani, ma nessuno ha aperto la porta. A una settimana dalla sparatoria al confine tra Gragnano e Pimonte i militari stanno cercando di recuperare quanti più indizi per chiudere il cerchio per arrivare ai responsabili. Ascoltati nell’immediato e nei giorni seguenti anche i residenti della zona collinare.
Sono quattro i bossoli calibro 7,65 rinvenuti in un’area ristretta di Iuvani e sono tante le macchie di sangue sul selciato lasciate dai feriti. Sotto sequestro ci sono finiti anche dei pezzi di scooter, probabilmente staccatisi durante la fuga e trovati dagli investigatori a pochi metri dalla vendetta di sangue, nella stessa sera in cui si è sfiorata la strage, perché quei colpi sono stati esplosi ad altezza uomo e in presenza di bambini. Riflettori che restano inevitabilmente accesi su quello che è considerato il feudo del clan Di Martino e che è stato scenario di un conflitto a fuoco tra due bande rivali. Questa è la certezza e questa è la pista seguita dai carabinieri di Gragnano, coordinati dal tenente Andrea Riccio e dal comandante Giovanni Russo.
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