Ercolano. I fari della guardia di finanza su artigiani e commercianti di Pugliano, controlli per il reddito di cittadinanza. Ormai è una vera e propria caccia all’uomo, da quando il Movimento 5 Stelle è riuscito a erogare l’atteso reddito di cittadinanza – il contributo nazionale per disoccupati – sono scattati i controlli per stanare i furbetti. Ovvero chi dichiara di essere senza lavoro per ricevere il reddito, ma poi si «arrangia» in nero per non pagare neanche le tasse. In Campania i casi sono già centinaia e il fenomeno sembrerebbe ampliarsi con il passare del tempo. Perché di questi tempi, lavorare in nero e ricevere un sussidio extra risulta un’occasione d’oro.
Secondo la prima tranche di controlli, Ercolano non farebbe eccezione e già spuntano i primi furbetti del reddito di cittadinanza. Negli ultimi giorni sono scattate accurate verifiche nella zona Pugliano da parte della guardia di finanza di Portici. Le fiamme gialle avrebbero controllato diversi imprenditori locali – circa un centinaio – quelli noti per la lavorazione delle pezze e indumenti usati, scoprendo che ci sarebbero casi di soggetti pronti a dichiararsi disoccupati allo Stato, ricevere il reddito di cittadinanza e lavorare senza pagare le tasse e senza un regolare contratto. Tuttavia, l’operazione svoltasi negli ultimi giorni è attualmente avvolta nel più totale riserbo perché è destinata a durare diverse settimane prima di ottenere un responso definitivo. Al vaglio degli uomini in divisa ci sarebbero da controllare migliaia di casi, ovvero le numerosissime richieste inoltrate dai Caf della città di Ercolano. Secondo un prima stima si tratterebbero di circa 7.000 richiedenti il reddito di cittadinanza nella città degli Scavi.
Tuttavia, questo dato non è in possesso al Comune guidato dal sindaco Ciro Buonajuto, in quanto l’ente di corso Resina, così come tutte le amministrazioni comunali, sarebbe “estraneo” dalle pratiche relative al reddito. Quindi non esiste un censimento in grado di chiarire quanti cittadini, attualmente, percepiscono il sussidio statale che può arrivare a superare i settecento euro al mese. «Non siamo a conoscenza di controlli di questo genere – ribadiscono dal Comune – ma è sicuramente possibile, perché negli ultimi tempi si sta cercando di contrastare fenomeni di illegalità, come quello relativo al lavoro in nero. L’augurio in ogni caso, resta sempre lo stesso: il reddito di cittadinanza deve servire come mezzo per trovare un’occupazione permanente».
Insomma, l’ipotesi è che – in particolare nel settore artigianale e di piccola imprenditoria locale – ci siano numerosi furbetti del reddito, pronti a dichiararsi disoccupati e lavorare comunque fuorilegge. Però, c’è comunque da considerare che in alcuni di questi casi, chi commette “truffa aggravata ai danni dello Stato” recita la legge, non arriva a mille euro al mese tra reddito e lavoro in nero. Quindi oltre ai controlli, sarebbe realmente il caso di creare anche nuovi posti di lavoro per chi ha dovuto richiedere il sussidio. «Lo Staro deve cercare di ridurre la disoccupazione con ogni mezzo a propria disposizione – ribadisce il sindaco Ciro Buonajuto -. Come Comune, in questi ultimi anni, abbiamo cercato di creare in ogni modo possibile occupazione: sbloccando bandi e implementando il turismo e quindi anche le attività produttive in città. Ma Ercolano continua a essere una città in cui il disagio sociale è forte».
Insomma, come poteva essere prevedibile alla vigilia, il reddito di cittadinanza, senza una concreta progettualità in termini di lavoro, rischia di diventare un contributo paradossalmente inutile. E, in alcuni casi, illegale.
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