Non era la prima volta che Fabio Vollono, 32anni di Gragnano, effettuava immersioni. Nell’ultima prova qualcosa è andato storto e il giovane ingegnere è morto, dopo due giorni di agonia nell’ospedale di Benevento. Fabio sorride nelle foto postate sui social, indossa la sua muta da sub e commenta: «L’acqua è simbolo di vita, vita che nasce dall’amore che, come l’acqua, abbraccia senza stringere ». Ucciso da una passione che lo ha spinto a provare a superare il limite. «Oggi – scrive ancora Fabio Vollono – piccolo record personale: meno 32 metri». Meno 32 metri di profondità in un mare che ha amato e che voleva scoprire, che sentiva amico e che credeva di conoscere. Una tragedia inaspettata, perché Fabio Vollono era uno sportivo e forse quelle prove le aveva effettuate tante e tante volte. E’ giallo su cosa possa essere accaduto in una piscina di Portici, quando l’ingegnere 32enne era intento a superare qualche test di immersione. Forse un malore, forse era da solo e i soccorsi sono arrivati in ritardo.
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