Ercolano. Fino alla scorsa settimana poteva dormire tra due guanciali, perchè – a dispetto delle feroci critiche per i risultati, non propriamente esaltanti, ottenuti durante i primi quattro anni di manda – nulla sembrava «minacciare» la sua candidatura-bis a sindaco di Ercolano. In sette giorni, invece, tutto potrebbe essere cambiato per Ciro Buonajuto. Praticamente «tradito» proprio dal suo principale sponsor politico a livello nazionale. La formazione del nuovo governo Pd-M5S – nato da una felice intuizione di Matteo Renzi, poi uscito estremamente ridimensionato dalla formazione del nuovo esecutivo guidato da Giuseppe Conte – potrebbe, infatti, mettere in discussione la corsa bis dell’avvocato con la passione per la politica alla poltrona di numero uno di corso Resina. L’incredibile indiscrezione, venuta fuori dai palazzi romani alla vigilia del voto di fiducia in programma la settimana prossima, rischia di sparigliare le carte in tavola nella città degli Scavi a nove mesi dalle amministrative. Non è un caso se Ciro Buonajuto, fino ai mesi scorsi indiscusso favorito alla leadership del prossimo centrosinistra con buona pace dei «progetti alternativi» costruiti dai suoi ex alleati, oggi non sia così saldamente al centro del «progetto-Ercolano».
La faida interna al Pd
A pesare contro la possibile riconferma del baby-Renzi del Vesuviano sono, in particolare, due circostanze: la prima è la lancinante spaccatura all’interno delle diverse anime del Pd cittadino, spaccato tra chi è rimasto sempre fedele al sindaco, chi – sebbene formalmente in linea con la «vision politica» di Ciro Buonajuto – starebbe lavorando per una possibile candidatura alternativa, chi è rientrato dalla finestra dopo essere uscito nel 2015 dalla porta come Antonietta Garzya e chi è andato in aperta contrapposizione al leader locale del Pd come Piero Sabbarese, pronto già a lanciare l’associazione Ercolano Bella. Tutto sommato, il «solito» scenario pre-elettorale – lo stesso costato la riconferma a Vincenzo Strazzullo – all’interno dei democrat della città degli Scavi. L’avversione dei grillini La seconda circostanza, mai come oggi apparentemente determinante, sarebbe la totale avversione dei grillini di Ercolano alle modalità scelte per guidare l’amministrazione comunale da Ciro Buonajuto. Avversione incarnata nell’atteggiamento sempre ostile mostrato in assise e in pubblico dal consigliere comunale pentastellato Gennaro Cozzolino. Che in città il baby-Renzi accolto come il «rottamatore» della vecchia politica stia perdendo consensi sembra, d’altronde, evidente. «Arrivare alle elezioni con un sindaco in difficoltà a comunicare con la gente e per giunta uscito dalle grazie della leadership del Pd a livello nazionale oppure puntare su una figura di maggiore equilibrio?», il dubbio capace di tormenta il centrosinistra e, in particolare, i democrat.
I nomi alternativi
In fondo, il tempo e le figure per costruire un percorso diverso non mancano, a partire da chi è stato capace di «resistere» allo strapotere politico di Ciro Buonajuto. In primis, Antonio Liberti, avversario del baby-Renzi del Vesuviano quattro anni fa e sempre – a differenza di qualche saltimbanco della sua coalizione – critico nei confronti del primo cittadino. Oppure – restando tra gli uomini della squadra di governo cittadino affidata a Vincenzo Strazzullo dal 2010 al 2015 – l’ex vicesindaco Antonello Cozzolino, investito come altri dai guai giudiziaria «a orologeria» esplosi a ridosso delle elezioni del 2015 ma finora – come gli altri – uscito indenne dalla vicenda. Tornando alla maggioranza, a diversi piace Luigi Simeone – presidente del consiglio considerato da tanti equilibrato e mai totalmente appiattito su Ciro Buonajuto – mentre meno consensi sembrano raccogliere sia Piero Sabbarese, il primo a smarcarsi dal sindaco, sia il consigliere metropolitano Michele Maddaloni che a dispetto della professione di tenore raramente ha alzato la voce contro il primo cittadino. Potrebbe aspirare a un «posto al sole» di corso Resina pure Colomba Formisano. Al momento, l’unica quota rosa tra gli aspiranti a sindaco. Circostanza capace di richiamare alla memoria Luisa Bossa, la «sindaca» rimasta nella storia per i fasti mai più raggiunti all’ombra degli Scavi.
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