Dalle prime luci dell’alba, gli uomini della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza di Frosinone stanno eseguendo, su disposizione del Gip Domenico di Croce, ordinanze di applicazione di misure cautelari personali e reali in tre diverse Regioni (Lazio, Campania e Molise) e cinque Province (Frosinone, Latina, Rieti, Caserta ed Isernia), nei confronti degli appartenenti a due sodalizi criminosi attivi nel settore dell’accoglienza ai migranti. Le indagini, dei poliziotti del commissariato di Cassino, della squadra Mobile e del Comando Provinciale GdF di Frosinone, coordinate dal Sostituto Procuratore Alfredo Mattei, hanno acceso i riflettori su un articolato sistema di frode che, anche grazie alla corruzione di pubblici ufficiali preposti ai controlli e sindaci, ha consentito ai sodali di appropriarsi di ingenti somme di denaro.
Associazione a delinquere finalizzata alla corruzione di dipendenti pubblici o incaricati di un pubblico servizio, estorsione, truffa ai danni dello Stato e Enti Pubblici, frode in pubbliche forniture, abuso d’ufficio, malversazione ai danni dello Stato, emissione ed utilizzo di fatture false: di questo sono accusate le 25 persone destinatarie dell’ordinanza di custodia cautelare della procura di Cassino nell’ambito dell’inchiesta sulle frodi e la corruzione nel servizio di accoglienza dei migranti di alcune regioni. Operazioni che celavano truffe e corruzione, come nel caso di spese realizzate per un matrimonio invece di essere destinate all’accoglienza di un centro o un caso di corruzione in cambio di una assunzione. In sostanza operazioni inesistenti relative all’ottenimento di rimborsi non dovuti, ma anche frode nella fornitura di servizi ai rifugiati e richiesta di rimborso di rette per migranti non più presenti sul territorio nazionale la guardia di Finanza e la polizia hanno acquisito documentazione contabile ed extracontabile che ha consentito di individuare numerosi comportamenti illeciti nella gestione dell’accoglienza dei rifugiati sia nel Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR) che in quello dei Centri di Accoglienza Straordinari (CAS) gestiti dagli uffici delle Prefetture. Accertato anche un caso di corruzione di un funzionario addetto alla rendicontazione del servizio Sprar per la percezione di contributi per costi mai sostenuti e poi accertate anche responsabilità a carico dei rappresentanti e soci di tre cooperative dalle quali è emerso un vero e proprio sistema basato sull’illecito e indebito rapporto tra il responsabile dell’ufficio rendicontazione del servizio Sprar e i responsabili di due cooperative ramificate nei territori delle province di Frosinone, Caserta e Isernia.