Torre del Greco. La vendemmia dei gettoni comincia in anticipo a palazzo Baronale e costa la bellezza di 15.284 euro in soldi pubblici. è la somma spesa dal Comune per le riunioni consiliari organizzate dai politici di maggioranza e opposizione durante il mese di settembre: un vero e proprio salasso per le casse dell’ente di largo Plebiscito, con buona pace dei propositi di spending review sventolati dall’avvocato Gaetano Frulio – a capo del variegato gruppo di maggioranza Ora ci vuole coraggio – all’indomani del macroscopico «errore» capace di ingrossare i portafogli dei furbetti della casta. A dieci mesi di distanza, stasera l’assise cittadina avrà l’ennesima occasione per riparare alla «disattenzione» e ripristinare il divieto di cumulabilità dei gettoni. Ma i rumors provenienti dai corridoi del municipio ipotizzano, a dispetto delle indicazioni arrivate dal presidente del consiglio comunale Felice Gaglione, un nuovo rinvio della questione. Perché gli alleati del sindaco Giovanni Palomba sono spaccati tra chi preferirebbe evitare la puntuale gogna pubblica e magari le «attenzioni» dei magistrati – già entrati in azione a Torre Annunziata, dove è stata aperta un’inchiesta sugli sprechi in municipio – e chi, invece, vorrebbe vedere ogni mese «giustamente retribuito» il lavoro svolto al servizio dei cittadini.
Alla seconda corrente appartengono sicuramente gli stacanovisti del gettone, pronti a raggiungere sempre la quota massima di presenze in Comune. Ovvero a firmare in 29 diverse commissioni consiliari – i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti – al costo di complessivi 943 euro al mese. Un ristretto gruppo di politici – in larga parte «rimborsisti» e, quindi, doppiamente onerosi per l’ente di largo Plebiscito – guidato dalla pasionaria Carmela Pomposo. L’ex esponente della lista Insieme per la città di Alfonso Ascione – subito saltata sul carro della civica La Svolta guidata dall’esiliato Ciro Piccirillo e dall’indagato Salvatore Antifono – a settembre è riuscita nell’impresa di presenziare a 40 diverse sedute delle commissioni consiliari, manco avesse il dono dell’ubiquità. Il costo resta sempre lo stesso – l’indennità massima viene calcolata in base allo «stipendio» del sindaco – ma resta lo «sforzo encomiabile» della partecipazione. Ugualmente instancabile il leader della vecchia guardia di Ciro Borriello passato – insieme a tre pezzi da Novanta della precedente amministrazione comunale – alla corte dello storico figlioccio della Dc all’ombra del Vesuvio: il politico ultrà Pasquale Brancaccio si è «fermato» a quota 30 presenze così come il capitano di lungo corso Antonio Spierto, l’ex vicesindaco con un piede in maggioranza e un piede all’opposizione.
Vedendo i «maestri» all’opera, gli «allievi» subito hanno imparato la lezione come dimostrano gli exploit di Simone Mariano Gramegna – in attesa dei primi rimborsi dall’ente di palazzo Baronale – e dalla «precaria» Maria Orlando, sbarcata in consiglio comunale dopo il divieto di dimora notificato a inizio aprile a Ciro Picciriello. Subito alle spalle degli onnipresenti della maggioranza, il grillino Vincenzo Salerno: il pentastellato a settembre si è portato a casa 28 gettoni, al costo di 910 euro e spiccioli per le casse del Comune. A quota 27, poi, la coppia rosa formata da Annalaura Guarino – l’erede dell’ex assessore Ferdinando Guarino – e dalla «maestrina» Iolanda Mennella, abile a conciliare le lezioni all’istituto comprensivo De Nicola-Sasso con le sedute delle commissioni consiliari.
Poi a scalare i restanti consiglieri comunali, fino ai fanalini di coda Valerio Ciavolino e Santa Borriello – otto presenze per l’ex sindaco e la pentastellata subentrata a Luigi Sanguigno – e Alessandra Tabernacolo. Pronta a pesare il minimo indispensabile – due gettoni, 65 euro – sulle finanze pubbliche.
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