Torre del Greco. Si è concesso una giornata a Montevergine, in compagnia della famiglia. Un modo per cambiare aria e, magari, per chiedere una benedizione speciale alla «mamma schiavona» dell’abbazia. Perchè l’ultima settimana del sindaco Giovanni Palomba a palazzo Baronale è stata veramente infernale: prima l’ennesimo blitz dei carabinieri all’ufficio ambiente – acquisiti ulteriori incartamenti relativi alla questione rifiuti – poi le doppie dimissioni «per motivi personali» presentate dall’avvocato capo Antonioluigi Iacomino e dal presidente del consiglio comunale Felice Gaglione. Un doppio colpo capace di fare vacillare – alla luce delle pesanti esternazioni dei due fuggitivi dal municipio, entrambi pronti a parlare di «guerra tra bande» in municipio – le certezze di una maggioranza già alle prese con una serie di dubbi e perplessità legate alla gestione dei tormentati servizi di igiene urbana e refezione scolastiche. Una sbandata a cui lo storico figlioccio della Dc all’ombra del Vesuvio prova a rimediare con la solita «tecnica dello struzzo» sperimentata con successo durante i primi 18 mesi alla guida della quarta città della Campania: «Le motivazioni alla base delle dimissioni presentate da Felice Gaglione sono strettamente personali – la riflessione affidata a una nota diramata, in linea con l’andamento lento della carovana del buongoverno, a 72 ore dall’addio dell’ex capo dell’assise -. Voglio, dunque, fugare qualsiasi ombra sulle dicerie alimentante in queste ore su paventati screzi con il sottoscritto di natura politica e istituzionale nonché su una presunta caccia alle streghe. Sono serenissimo sull’operato e sulla trasparenza dei lavori dell’amministrazione comunale e tralascio ogni inutile commento su qualsiasi voce infondata e pretestuosa». Concetti «dorotei» insufficienti a rasserenare la litigiosa coalizione uscita vincitrice dalle elezioni avvelenate dallo scandalo del voto di scambio, costato l’arresto e l’esilio a due consiglieri comunali – rispettivamente Stefano Abilitato e Ciro Piccirillo – alleati di Giovanni Palomba.
La conciliazione d’oro
A dispetto dell’acqua gettata sul fuoco dal sindaco, infatti, restano le grane legate ai rifiuti e alla mensa scolastica. Senza dimenticare l’irrisolta questione dello stadio Amerigo Liguori, su cui pende un’inchiesta della procura di Torre Annunziata. Sul fronte Nu – archiviate le dimissioni dell’avvocato capo voluto proprio dal primo cittadino a gennaio del 2019 – l’ente di palazzo Baronale si potrebbe affidare all’ennesimo «luminare del diritto» a cui chiedere un parere sulla conciliazione da 4,9 milioni per chiudere i conti con il consorzio Gema di Pagani. Senza giri di parole, il terrore dei politici è legato all’eventuale sbarco della questione in consiglio comunale e alle possibili ricadute con la Corte dei Conti. Solo in caso di ampie rassicurazioni potrebbe essere accolta la proposta avanzata dal tribunale di Torre Annunziata, altrimenti si andrà avanti con il giudizio. Intanto – come ammesso dalla stessa dirigente del settore, la geologa Claudia Sacco – non si fermano le indagini condotte dai carabinieri sulla «gestione» dei servizi di igiene urbana: «Alcuni atti vengono inviati per conoscenza in procura – le parole messe a verbale dall’ex assessore della giunta targata Gennaro Malinconico durante l’ultima seduta della commissione trasparenza del Comune – e alcuni atti vengono acquisiti direttamente dagli investigatori. Ci sono indagini in corso, su cui c’è stretto riserbo».
La dieta del panino
Le iscrizioni per il servizio di mensa scolastica si chiuderanno il prossimo 22 novembre e verosimilmente i primi pasti caldi saranno serviti all’interno degli istituti comprensivi cittadini a partire dal 25 novembre. Ma già il giorno successivo il ricorso-bis presentato dalla ditta Sirio di Cercola – arrivata nuovamente alle spalle della Sagifi di Napoli, a cui è stato affidato l’appalto da 5,6 milioni – potrebbe bloccare tutto. Senza dimenticare la questione davanti al Consiglio di Stato – udienza il 19 dicembre – a cui è legata l’intera procedura. Insomma, la partita sembra aperta e qualcuno – all’interno della stessa squadra di governo cittadino – non appare particolarmente ottimista. Anzi.
Lo stadio off limits
Il terzo nodo irrisolto è relativo allo stadio comunale Amerigo Liguori. Dopo il dissequestro del settore tribuna per i necessari lavori di messa in sicurezza – l’area alle spalle della struttura in cemento è stata, intanto, trasformata in una sorta di parcheggio a cielo aperto – sono state montate le impalcature e avviati i lavori di rifacimento dei frontalini e non solo. Le opere potrebbero richiedere un mese di tempo, poi dovrebbe essere formalizzato il nuovo affidamento alla Turris del patron Antonio Colantonio. Insomma, l’impianto potrebbe essere completamente aperto solo alla ripresa post-feste del campionato. Procura permettendo. Ma per il sindaco Giovanni Palomba «va tutto bene, non ci sono problemi». Come ripete da un anno e mezzo.
©riproduzione riservata