Torre del Greco. Apparentemente, sembra tutto tranquillo. Ma, sotto la cenere delle polemiche capaci di portare alle dimissioni-bluff presentate dal sindaco Giovanni Palomba a luglio, bruciano i malumori degli alleati. Pronti – alla luce delle turbolenze manifestate dalla «strana accoppiata» formata da Iolanda Mennella e Carmine Gentile – a spingere sull’acceleratore per ridisegnare gli «equilibri della maggioranza» e, conseguentemente, a ridistribuire incarichi e poltrone.
La poltrona da capo dell’assise
A dare il via al «risiko politico» all’ombra del Vesuvio sono state le dimissioni a sorpresa del presidente del consiglio comunale Felice Gaglione. Un addio capace di scatenare un terremoto a palazzo Baronale – a oggi resta il giallo sulle ragioni della fuga dal municipio – e l’inevitabile corsa alla poltrona temporaneamente occupata da Antonio Spierto. Non è un mistero come la carica di capo dell’assise sia sempre stata l’obiettivo del soldato Luigi Caldarola e del politico-ultrà Pasquale Brancaccio – due ex esponenti dell’amministrazione comunale targata Ciro Borriello – con l’avvocato Gaetano Frulio pronto a fare da terzo incomodo per ritornare sullo scranno occupato per pochi mesi all’epoca di Gennaro Malinconico. Di qui, l’affondo ai danni di Antonio Spierto – raggiunto da una diffida di Gabriele Capuani sulla presunta incompatibilità provocata da un contenzioso contributivo aperto con l’ente di largo Plebiscito – e le false lusinghe a Salvatore Gargiulo, strumentalmente indicato come il favorito alla successione di Felice Gaglione. Ma la «partita» per l’elezione del nuovo presidente del consiglio comunale – non a caso, stralciata dall’elenco degli argomenti prioritari della seduta in programma stasera a partire dalle 18.30 – sembra destinata a slittare al 2020.
Il rimpasto in giunta
La scelta del capo dell’assise, infatti, avrà inevitabili ripercussioni sulla composizione della giunta. E il nuovo anno si potrebbe aprire con l’ennesimo rimpasto di Giovanni Palomba, già diventato un vero e proprio mangia-assessori per esaudire tutti i desideri della sua squadra di governo cittadino. E come già accaduto per l’ingegnere Monica Ascione, l’ex vicesindaco Annarita Ottaviano e l’avvocato Anna Pizzo – tutte nominate a luglio del 2018 per poi essere «sacrificate» sull’altare dei malpancisti di turno – a pagare il conto degli scontenti della maggioranza potrebbero essere le quote rosa della giunta. A partire dall’assessore «per caso» Elene Ciavolino Margalitashvili – la studentessa in medicina nata in Georgia e indicata da Ciro Piccirillo, il poliziotto a processo e in esilio per lo scandalo relativo all’inchiesta sul voto di scambio – per finire all’architetto Elvira Novella Ventimiglia, nominata la scorsa estate e già pronta a lasciare la graticola del settore lavori pubblici per tornare a casa dalla sua coppia di gemellini. L’addio potrebbe essere ufficializzato dopo la Befana. L’unica donna sicura del proprio posto resta Luisa Refuto, fresca del successo legato ai Pics. Ma il rimpasto potrebbe essere allargato a qualche «big» dell’esecutivo. Non è un mistero l’insoddisfazione di Annalaura Guarino per essere rimasta ai margini della coalizione e per il «sorpasso» di qualche ultima arrivata. E il «patto» dei due anni e mezzo con Gennaro Granato – sostenuto anche da Vittorio Guarino – potrebbe essere messo in discussione. Insomma, passate le feste, sarà nuovamente tempo di guerre.
©riproduzione riservata