L’11 gennaio del 1999 Fabrizio De Andrè moriva a Milano stroncato da un tumore ai polmoni. Aveva solo 58 anni. “Faber, Vita Amore Anarchia” è il nome del tributo organizzato dal PompeiLab, giunto alla decima edizione. Quest’anno, grazie alla collaborazione dell’assessorato alla cultura della Città di Pompei, la kermesse si svolgerà in due momenti diversi.Il primo evento, “Una vita sbagliata – Chiacchiere intorno a Fabrizio De André”, si terrà venerdì 10 gennaio alle ore 18, nella sala Marianna De Fusco del Municipio della città mariana. Dopo i saluti istituzionali del sindaco Pietro Amitrano e dell’assessore alla cultura Pio Manzo, interverranno i giornalisti Michelangelo Iossa e Rocco Traisci, modererà Ciro Sabatino. Si ricorderà il mai troppo compianto poeta e cantautore genovese.Il secondo evento, vero e proprio tributo musicale, “Faber, Vita Amore Anarchia – X Edizione” si svolgerà sabato 11 gennaio a partire dalle ore 21 al PompeiLab, in via Astolelle 112, Pompei. Un susseguirsi di canzoni interpretate dai musicisti che interverranno numerosi con uno o più brani tratti dalla discografia del nostro Amico Fragile. Artisti locali si susseguiranno sul palco, sulle note delle canzoni più rappresentative di De André. Il poeta, “precauzionalmente un cantautore”, ha lasciato la sua voce nei nostri genitori prima che in noi, e resterà indelebile anche nei nostri figli di oggi e di domani.Per i millenials il nome di questo cantautore dello scorso secolo è un mistero. Il mistero è associato a un termine molto discusso, “canzone d’autore”, che in molti si chiedono a cosa si riferisca: tutti sono autori dei propri brani, che significa canzone d’autore? Ma soprattutto quando inizia e perché finisce? In realtà la definizione è puramente stilistica e non c’entra niente con il passato e con il presente.De Andrè racconta l’attualità sotto forma di allegoria, di metafora letteraria e i protagonisti delle sue storie sono quelli della nostra cronaca quotidiana: i migranti, i rifugiati, gli amori malati, i perdenti, gli sfruttati, le prostitute. L’iconografia che si crea intorno alle sue canzoni gli conferisce il titolo di artista maledetto, un’immagine che gli calza molto stretta ma che lo mette in forte contrapposizione ai cantanti di musica leggera e di impegno civile. Faber, Vita Amore Anarchia è giunto ormai alla decima edizione, ed è organizzato dal centro di aggregazione sociale e culturale PompeiLab, gestito da soci volontari e attivo da tredici anni nel territorio pompeiano.
M|MHZ
10 gennaio 2020
Pompei, due giorni dedicati a Fabrizio De Andrè