Rocco Traisci.
Il ritorno di una mitica coppia che ha rivoluzionato non solo la comicità napoletana ma anche il modo di fare televisione. Telegaribaldi fu un esperimento low-fi che a metà anni ‘90 lanciò molti attori di teatro brillante come Rosalia Porcaro e Biagio Izzo, il conduttore radiofonico Gianni Semioli, l’indimenticata sorella Loredana, ma soprattutto Lino D’Angiò e Alan De Luca, in scena al teatro Di Costanzo Mattiello di Pompei da venerdì 28 febbraio a domenica 1 marzo 2020 con uno spettacolo che rievoca vecchi e nuovi tormentoni.“Non sarà uno spettacolo revival ma un ritorno a quello stile che rese popolari quei personaggi. Infatti lo show si chiama ‘Tutta colpa di tele… Garibaldi’, da cui tutto partì, compreso le nostre carriere e l’amicizia che ancora ci lega”, confessa Lino D’Angiò, uno dei primi imitatori comici apparsi in tv, iniziatore di un genere che ha soppiantato il cabaret e si smarca dalle trappole emulative della stand up comedy americana. “I personaggi sopravvissuti sono l’impresario cialtrone Guardascione interpretato da Alan, tra tammurriata moderna, lezioni di puteolano/torrese e consigli di cucina tamarra, poi ci saranno Nino D’Angelo, il parcheggiatore Geppino (“hai capito chello che dico io?”) fino al cantante neomelodico Ciruzzo Tozzi e un Bassolindo ormai in pensione, costretto a passare le giornata a guardare i cantieri di via Marina con un pizzico di nostalgia”.Tante invece le nuove maschere, a partire dall’allenatore del Napoli Rino Gattuso, lo scrittore Maurizio De Giovanni, Gigione e un Vincenzo De Luca al culmine del suo ‘sovranismo’: “Il governatore si presenterà in scena con i vessilli dell’imperatore romano, a capo della ‘legione Campania’, mentre De Laurentiis e Sarri litigheranno ancora, sotto bandiere diverse, Peppino Di Capri sarà Peppino Di Capua e canterà ‘Campagne’, rivisitazione casereccia della famosa ‘champagne’. Infine un mio pallino: Stanlio e Ollio in versione napoletana, ma è una sorpresa, non voglio aggiungere altro”.