L’ora in cui sale il livello della tensione scocca intorno alle 18, quando la protezione civile della Regione Campania comunica il «bollettino dei contagi». Intorno al tavolo della sala giunta – trasformato in quartier generale del centro operativo comunale – il sindaco Giovanni Palomba scorre velocemente l’elenco delle città, fino al rigo di Torre del Greco: «Oggi c’è un solo caso positivo», legge a voce alta il primo cittadino. Il totale sale a quota 18, compreso l’ex marittimo di 72 anni ucciso dal Covid-19 e la moglie del dipendente comunale di Torre Annunziata, residente a Torre del Greco. Numeri capaci di fare aumentare l’incubo di una «chiusura totale» della città, come accaduto per Ariano Irpino e quattro paesini del Salernitano: «Decisioni così importanti arrivano all’improvviso – allarga le braccia il primo cittadino -. Il governatore Vincenzo De Luca valuta in autonomia l’opportunità di provvedimenti drastici: qui la situazione è delicata, ma non credo si possa parlare di emergenza». Insomma, l’ipotesi di un’ulteriore stretta – una sorta di «zona rossa» della zona rossa – comincia a fare breccia in Municipio.
Controlli H24
D’altronde, lo storico figlioccio della Dc all’ombra del Vesuvio è diventato – suo malgrado – un «esperto» di Coronavirus e ordinanze anti-contagio. Lo scorso 4 marzo era stato il primo a chiudere tutte le scuole del territorio, con 24 ore di anticipo rispetto al premier Giuseppe Conte: «C’era la vicenda della docente dell’istituto comprensivo D’Assisi-Don Bosco risultata positiva – ricorda il sindaco – non si poteva perdere tempo». Così come non è stato perso tempo per istituire il Coc chiamato a gestire il momento critico: «Da due settimane, monitoriamo tutti gli aspetti della vicenda – conferma Giovanni Palomba – Insieme a me, a turno, ci sono tutti i dirigenti dei settori strategici del Comune: ci alterniamo per provare a garantire una copertura H24». Al fianco del primo cittadino ci sono il comandante della polizia municipale Salvatore Visone, la responsabile del settore igiene e sanità Claudia Sacco e il capo della politiche sociali Andrea Formisano: «Bisogna tenere alta l’attenzione, nulla può essere lasciato al caso – sottolinea Giovanni Palomba -. A partire dal rispetto del divieto di uscire di casa se non in caso di estrema necessità fino all’assistenza alle famiglie costrette a fronteggiare le difficoltà legate al ricovero di un parente». Un lavoro fino a oggi utile a contenere gli effetti devastanti del virus: «Abbiamo dovuto fronteggiare due iniziali emergenze, da cui siamo usciti non senza difficoltà – ricorda il sindaco, facendo riferimento ai due ceppi da complessivi dieci contagi -. Oggi la curva dei casi positivi registra un andamento confortante, ma dobbiamo aspettare la fine della settimana per avere un quadro preciso della situazione». Insomma, un cauto ottimismo sebbene Torre del Greco abbia dovuto piangere la sua prima vittima. «Ho voluto salutare al cimitero le spoglie del pensionato deceduto lo scorso week end, sono momenti strazianti per l’intera comunità».
Guerra alle fake news
Una comunità «stressata» dalla pioggia di cattive notizie arrivate dall’inizio di marzo. E messa a dura prova dalla valanga di informazioni rimbalzate dai vicoli ai social, capaci di scatenare agitazione e terrore: «Devo registrare, con profonda amarezza, la circolazione incontrollata di voci ufficiose e fake news – ribadisce il leader della carovana del buongoverno di palazzo Baronale -. Come capo dell’amministrazione comunale devo riportare solo i dati ufficiali comunicati dalla protezione civile: bisogna evitare di creare allarmismi e generare panico tra la gente. Restiamo concentrati sul rispetto delle disposizioni normative e, soprattutto, sul rispetto delle famiglie con contagiati: già devono combattere una battaglia importante, non possono e non devono finire al centro di gossip e falsità». D’altronde, a rendere particolarmente complicata la «comunicazione» tra l’ente di palazzo Baronale e la cittadinanza, il ritardo con cui vengono resi noti i risultati dei tamponi: inizialmente lo «scarto temporale» tra l’esame e l’esito era inferiore alle 24 ore, mentre oggi – a causa dell’elevato numero di accertamenti – a volte passano perfino quattro giorni fino al «verdetto».L’assist ai marittimiIn serata, infine, il primo cittadino ha inviato una missiva al governatore Vincenzo De Luca e al prefetto di Napoli, Marco Valentini, in cui si chiede di intervenire per evitare la modifica della procedura con cui i lavoratori del comparto marittimo possono ottenere l’indennità di malattia una volta rientrati a terra.