Ada Ferri*
Si stanno battendo come leonesse impavide in ogni campo, in ogni luogo. In prima fila le dottoresse e le infermiere instancabili, poi le ricercatrici dietro di queste le donne delle forze dell’ordine e dell’esercito le volontarie della protezione civile, le volontarie della croce Rossa, le insegnanti con il prezioso lavoro on line, e tutte, tutte quelle impegnate in questi giorni sui luoghi di lavoro o nel lavoro da casa. Silenziose e operose anche se spesso sottopagate rispetto ai colleghi. Eppure anche ora, come in ogni crisi che si rispetti, chi paga le conseguenze in maniera più pesante sono le donne che stanno portando il peso e la responsabilità di questa quarantena. Ascoltavo la lezione seguita da mia figlia in videoconferenza ed è capitato che la docente sia stata interrotta più volte dalla voce di un bimbo (suo figlio). Una cosa bella ma mi ha fatto pensare a questa donna impegnata a fare lezione,una lezione universitaria,con il pensiero però rivolto alle sue spalle dove c’è una famiglia la cui guida, la cui responsabilità e cura sono maggiormente a suo carico.
Alle donne quasi sempre toccano pulizie disinfezione della casa e di tutti gli oggetti di uso comune, separazione dei rifiuti, organizzazione degli indumenti usati per la spesa che non vanno riposti negli armadi né agli attaccapanni. Pigiami tute e biancheria tutti i giorni. All’occorrenza chef, panificatrici, pizzaiole e pasticciere per alleviare il peso della quarantena, in più spesa e disinfezione. Seguire i figli che hanno lezioni on line, dare coraggio ai più grandi perche “presto passerà”. All’occorrenza si trasformano in medico, perché non è facile recarvisi in questi giorni. Questo in una situazione familiare “normale” poi ci sono le situazioni straordinarie, famiglie con persone disabili da accudire e attenzionare, con figli autistici con persone ammalate oppure con persone che hanno problemi di alcolismo di tossicodipendenze di ludopatia. E ci sono tante donne le cui famiglie hanno gravi problemi economici. Non sono forse sempre le donne a dover fare quadrare i conti? Le utenze, la spesa, non fare mancare nulla ai figli, l’ansia le preoccupazioni che in questi giorni terribili aumentano.
Una voce a parte per le donne vittime di violenza. Minuti, ore, giorni vissuti obbligatoriamente accanto al persecutore, una parola che ti scappa, uno sguardo diverso, un programma in Tv o un piatto non di suo gradimento scatena l’inferno schiaffi, calci, pugni parolacce e minacce e la paura che prima o poi ti ammazzi. E c’è la violenza psicologica fatta di continue accuse, continue offese, continui rimproveri nulla va mai bene, non sai fare nulla, sei una nullità e quasi quasi la pandemia è colpa tua. E allora ma quanta forza hanno le donne. Altro che soggetto debole da difendere, semmai un soggetto il cui servizio alla società andrebbe riconosciuto in maniera adeguata per chi lavora con salari paritari e per chi lavora in casa con sussidi e benefici significativi. Sulle spalle delle donne si regge il mondo e questa pandemia, semmai ce ne fosse stato bisogno, ne è l’ennesima dimostrazione. Quando le società ne prenderanno atto, mi auguro presto, sarà stato sempre troppo tardi.
(*Presidente associazione Catena Rosa)