Raimondo Cozzolino*
Da imprenditore che analizza il nostro contesto, non solo quello globalizzato, mi rendo conto che ci avviamo a un massacro socio economico senza pari. E questo per una serie di motivi facilmente comprensibili. La verità è che abbiamo bisogno di regole certe che questo Paese non ha mai avuto. Il mare pulito e il cielo limpido sono un segnale da parte della natura per far capire all’essere umano che gli ospiti siamo noi, che non siamo i padroni. Tutta la bellezza della natura svanisce proprio quando torniamo noi.
Per produrre, correre e fare quello che abbiamo sempre fatto. Purtroppo viviamo in mondo fatto di concorrenza spietata e di grosse performance in tutti i campi della vita: quello scolastico, economico finanziario politico per non parlare del livello della classe dirigenziale politica che in queste situazioni dovrebbe invece fare la differenza. Ci dobbiamo chiedere perché la Merkel ha il più alto tasso di gradimento della sua storia politica, mentre noi stiamo ad aspettare i discorsi del presidente. Sia chiaro sono uno di quelli che crede che Conte ce la stia mettendo tutta ma ha anche l’aria di uno che ci sta capendo poco. E’ vero, stare chiusi in casa ci ha fatto scoprire passioni sopite: preparare la pizza, stare in famiglia, vedere i film. Però stiamo vedendo che nel momento in cui usciamo fuori, in cui siamo consapevoli che dovremo instaurare nuovi tipi di rapporti, a distanza, usando le mascherine, comprendiamo sempre in ritardo di quello che accade nel mondo. Io frequento per lavoro l’Oriente da anni e lì la mascherina è d’uso da sempre. E un sinonimo di educazione e saper viver accanto agli altri.
Lo stato di civiltà di un Paese si misura anche rispetto a queste cose. Sono d’accordo come uomo rispetto al messaggio di speranza, ma come imprenditore ho tanta paura, credo di non averne mai avuta tanta. Parto dal presupposto che nessuno deve rimanere indietro perché se una persona sta bene dove stanno male gli altri, alla fine starai male pure tu. Sei costretto a stare male pure tu, perché non ci sono alte possibilità di sopravvivenza non ci sono le basi per iniziare a discutere di come sopravvivere. Qua dobbiamo prima pensare a come sopravvivere, ci sono troppe falle e queste deficienze emergono, questa cancrena, questa malattia dello Stato, questi bubboni vengono fuori. Ognuno deve fare la sua parte essendo solidale, diventando educatori e educatrici coi figli per fare la propria parte. Ma c’è un’amara verità. La ripresa è dura e purtroppo credo che lascerà più morti a terra che il Covid.
(*Imprenditore del settore orafo)