Torre del Greco. «La zona porto dovrebbe essere il volano della rinascita di Torre del Greco, il punto di partenza per il rilancio socio-economico della nostra città. Invece, si presenta in uno stato di costante abbandono e degrado». è la rabbia degli ormeggiatori del molo e dei titolari di bar e locali, costretti ogni giorno a fare i conti con i cumuli di rifiuti mai raccolti dalla ditta incaricata dei servizi di igiene urbana all’ombra del Vesuvio e con la completa assenza di netturbini per lo spazzamento della banchina.
Una questione sollevata già in varie occasioni dall’arrivo dell’estate, al punto da convincere il sindaco Giovanni Palomba e la dirigente all’ambiente Claudia Sacco a scaricare tutte le responsabilità dello scempio sulla Regione Campania: «Si tratta di un’area demaniale e la competenza è di palazzo Santa Lucia», la presa di posizione del novello Pilato di palazzo Baronale. Parole capaci di gettare – complici i due pesi e due misure utilizzati dall’amministrazione comunale – benzina sul fuoco delle proteste. «Il molo di levante è ugualmente di gestione della Regione Campania. Eppure lì gli operatori ecologici del Comune si occupano regolarmente dello spazzamento davanti alle attività ricettive della zona».
Un riferimento neanche particolarmente velato a strutture «care» al sindaco Giovanni Palomba e alla stessa sede della guardia costiera, chiamata – evidentemente, solo in teoria – a garantire il rispetto delle regole in area demaniale e a scongiurare eventuali rischi igienico-sanitari. «Siamo arrivati al paradosso – tuonano gli operatori della banchina di ponente -. Il sindaco e il dirigente all’ambiente giocano a scaricabarile con la Regione Campania, ma il responsabile del settore tributi del Comune ogni anno invia i bollettini per il pagamento della tassa Nu».
Cifre oscillanti tra i 2.500 euro per gli ormeggiatori e i 3.500 per i commercianti. In tutto, circa 40.000 euro. «A queste condizioni – minacciano i contribuenti sommersi dall’immondizia – conviene non pagare la tassa Nu e assumere due lavoratori per la pulizia del porto. Almeno, salvaguarderemo ambiente e salute».
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