Gemma Donnarumma, Teresa Gionta, Carmela Gionta, Annunziata Caso, Nunziata De Simone sono solo alcune delle donne che hanno fatto la storia della camorra a Torre Annunziata. Mogli, sorelle, figlie dei capi dei sodalizi criminali che per anni sono riuscite ad essere vicine ai loro uomini, custodi di segreti e alleanze di morte fino a diventare, non solo parte integrante dei cartelli criminali ma a prendere in mano la gestione degli stessi. Donne sconfitte ma allo stesso spietate: è quanto emerge dal convegno su “donne e camorra” organizzato dall’associazione Fenice Vulcanica. Il dato spunta fuori dall’intervento del capo della polizia di Torre Annunziata, Vincenzo Gioia. Storie di donne di camorra che si intrecciano a quelle di donne vittime della camorra. « Le donne – dice Gioia – sono sempre state il supporto nelle organizzazioni criminali ma con le mazzate che stiamo dando con la magistratura hanno dovuto cambiare il loro ruolo: i
figli hanno ereditato le redini e così hanno dovuto formare loro i nuovi capo clan». E’ ancora Gioia che aggiunge: «Sono diventate predominanti nelle consorterie criminali – dice – e molto più spietate. La camorra che c’è a Torre Annunziata è più orribile di quella napoletana perchè legata da vincoli di sangue. I Gionta, Gallo, Cavaliere purtroppo resistono per i forti vincoli di sangue: hanno però cambiato pelle ora sono imprenditori che vengono a patti con imprenditori veri. Questi nonostante siano un volano di sviluppo si vedono le loro ali tarpate e costretti a trattare ma solo con le donne.