I segnali portavano tutti in questa direzione e gli operatori si sono preparati per tempo. Ma la materializzazione di un Parlamento senza una chiara maggioranza deve ora passare il vaglio dei mercati, chiamati a dare un primo, significativo voto, all’esito delle urne. L’Italia torna cosi’ al centro dell’interesse degli investitori di tutto il mondo, in un momento borsistico gia’ segnato dalle tensioni sui dazi minacciati dall’amministrazione Trump e poi rasserenato dal via libera dell’Spd alla Grande Coalizione in Germania. Quando gli scenari non sono ancora definiti nel dettaglio, quello che appare certo e’ che la terza maggiore economia dell’Eurozona registra un pieno di voti delle forze ‘anti-establishment’ sconosciuto ai partner dell’Eurozona. Con uno spread stabile da settimane a quota 130, sui mercati hanno finora prevalso calma e realismo: l’idea e’ che la riforma elettorale (quasi due terzi dei seggi con sistema proporzionale puro) produrra’ un Parlamento altamente frammentato, sterilizzando cosi’, almeno nel breve termine, i rischi di mercato dell’affermazione di un solo partito euroscettico a maggioranza. Piu’ in la’ si vedra’: “questa incertezza politica potrebbe non essere molto rilevante nel breve periodo, dato che le condizioni economiche sono favorevoli, ma potrebbe diventarlo piu’ avanti”, avverte Julien-Pierre Nouen di Lazard. Del resto, dopo gli estenuanti negoziati per formare un governo in Spagna e Germania, “gli investitori si sono abituati maggiormente a elezioni senza chiara maggioranza in Europa”, come spiega Marco Bonaviri, senior portfolio manager di Reyl & Cie a Ginevra. Di sicuro lunedi’ mattina tutti i fari del mercato saranno rivolti verso Piazza Affari, con un occhio di riguardo per il differenziale italiano e per l’euro, visto che l’exploit dei Cinque Stelle potrebbe venire visto come un precedente pericoloso in chiave antisistema in ottica europea.
POLITICA
5 marzo 2018
Voto, il peso dell’incertezza al test dei mercati