Le indagini hanno percorso a ritroso la “filiera del falso”, anche grazie all’ausilio di indagini tecniche, cosi’ permettendo di ricostruire il traffico illecito, dalla vendita al dettaglio, effettuata sulle piazze e quartieri rionali della Capitale e del sud-Italia, fino ai 23 laboratori clandestini. Il sodalizio, specializzato nel “falso”, era composto da 65 soggetti, tutti italiani, tra cui anche 12 donne, dove ognuno aveva un compito ed una professionalita’ specifica, come ad esempio le sarte, le ricamatrici, i rivettatori, i tagliatori, i trasportatori e gli addetti alle vendite; un sistema ben collaudato che, nel solo periodo di durata delle indagini, ha permesso di accumulare illeciti profitti per oltre 8 milioni di euro. L’associazione a delinquere, spalleggiata anche dai capi di un clan camorristico, aveva ormai il monopolio della produzione di capi e calzature d’eccellenza contraffatti, sbaragliando la stessa concorrenza illecita diventando cosi’ i piu’ ricercati e conosciuti nel mondo dei “falsari”. Grazie alla massiccia produzione, i prezzi, come intuibile, erano assolutamente allettanti per il budget dell’acquirente medio e nella “collezione pirata” si andava, ad esempio, dai 30 euro per il maglioncino Burberry ai 50 euro per gli ultimi modelli di scarpe Hogan Interactive. Sequestrati, inoltre, nella forma “per equivalente” beni immobili, 3 appartamenti e due garage, ubicati nel centro di Napoli, per un valore complessivo di 2 milioni di euro. La vasta operazione di polizia, che ha visto la partecipazione di oltre 50 finanzieri, si inserisce nell’ambito di un piu’ ampio dispositivo operativo a tutela del Made in Italy e a contrasto della contraffazione predisposto dal Comando Provinciale di Roma.
CRONACA
6 marzo 2018
Contraffazione: smantellata organizzazione criminale del falso