Torre del Greco. Sono usciti con le ossa rotte dal voto del 4 marzo, travolti dalla «marea gialla» del M5S. All’ombra del Vesuvio – storica roccaforte del centrodestra in provincia di Napoli – Forza Italia e co. si sono fermati al 22%, la bellezza di otto punti e mezzo rispetto alle elezioni del 2013. Eppure, a una settimana esatta dalla mazzata alle urne, la «lezione» sembra essere già finita nel dimenticatoio. Alle porte ci sono le amministrative per individuare il successore di Ciro Borriello – il sindaco sceriffo prima dimissionario e poi travolto dall’inchiesta su un presunto giro di mazzette per la gestione dell’appalto dei rifiuti – e il centrodestra si spacca già in due tronconi, a rischio di spianare la strada ai «grillini» fino a oggi capaci di piazzare un solo consigliere comunale a palazzo Baronale.
Una donna per ripartire
Il tempo di portare via gli effetti personali dalla stanza al primo piano del Comune e Ciro Borriello – già deputato di Forza Italia e alla guida di Torre del Greco per otto anni – già tracciò, a settembre del 2017, il futuro politico della città: «Credo sia arrivato il momento di puntare su una donna: ritengo Romina Stilo sia in possesso di tutti i requisiti necessari per governare la nostra città», l’indicazione dello storico leader del centrodestra. Parole capaci di fare storcere il naso a diversi esponenti della maggioranza uscita vincitrice dalle elezioni del 2014, intimoriti dalla forte personalità di Romina Stilo – nominata assessore a luglio del 2014 e successivamente promossa vicesindaco – e dall’indole da guerriera della ricercatrice in genetica, apprezzata dalle quote rosa della città del corallo per le decine di iniziative promosse in tre anni a favore delle fasce deboli. Il braccio di ferro sul nome è andato avanti per sei mesi, finché la first lady non ha rotto gli indugi: domenica prossima – accompagnata da Ciro Borriello e dagli ex assessori Donato Capone e Domenico Balzano – ufficializzerà la sua candidatura. Al momento sostenuta da quattro liste civiche: Stilo Sindaco – mutuata dalla Borriello Sindaco con cui l’ex primo cittadino sfondò il muro dei 9.000 voti – Movimento Torrese, Azione Torre e Forza Torre. «Partiamo così presto perché siamo intenzionati a dare il via a una campagna d’ascolto con tutti i cittadini – spiega il gruppo di riferimento di Romina Stilo – Abbiamo scelto il nostro candidato con largo anticipo, ma confermiamo la disponibilità a partecipare nel caso ci fossero ulteriori aspiranti alla fascia tricolore alle primarie di coalizione per uscire con un candidato unitario del centrodestra».
La risposta dei partiti
Un’ipotesi suggerita già a dicembre, ma sempre respinta al mittente dai berluscones della città del corallo. Decisi a puntare sulla «discontinuità» rispetto al passato: una discontinuità oggi rappresentata – secondo il risultato del vertice organizzato da Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega e Partito Repubblicano – dall’ex assessore ai lavori pubblici Luigi Mele. Non una vera e propria investitura, ma una «convergenza» dei quattro schieramenti: «Nessuno si è opposto alla candidatura di Luigi Mele – spiega Cinzia Mirabella, portavoce del direttivo locale degli azzurri – e, dunque, sarà il nome che porteremo al tavolo in programma con le liste civiche di area moderata». A propria volta orientate a sponsorizzare la scalata del «democristiano doc» Giovanni Palomba, figlio dell’ex sindaco degli anni novanta Francesco Palomba e già transitato – durante il lungo pellegrinaggio in tutti gli schieramenti dell’arco costituzionale – in Forza Italia. Insomma, in due per contendere lo scettro da sindaco a Romina Stilo. E per dividere, inevitabilmente, il magro bottino di voti rimasto al centrodestra nell’ex bunker all’ombra del Vesuvio.